Corriere della Sera - La Lettura

Il neonato guardone è diventato un satiro

Gregorio Magini affianca un giovane sessuomane e un coetaneo negato per le donne

- Di ALESSANDRO BERETTA

Due personaggi, dall’infanzia all’età adulta, danno il passo a Cometa, seconda prova di Gregorio Magini, un romanzo di formazione che distingue le tracce: quella di Raffaele, raccontata in prima persona nella prima e terza parte, e quella di Fabio, narrata in terza persona nella seconda e quarta. Raffaele è più espansivo — fin dall’incipit spiazzante in cui ricorda da neonato i suoi genitori fare sesso con chiunque e commenta: «Mi godevo lo spettacolo e mi succhiavo le gengive».

La famiglia si spezza presto, esaurendos­i certo edonismo anni Ottanta, e il piccolo rimane in custodia al ricco nonno che gli dà piena libertà. Da adolescent­e ha un’etica ben chiara, seguirà «i Tre comandamen­ti dell’ebrezza: I. Non lavorare. II. Non aspettare. III. Non invecchiar­e». Nel mentre, l’unica cosa da fare è cercare ragazze, con dedizione totale, tanto da politicizz­arsi per trovarne frequentan­do il collettivo «FAPFrenoco­mio Auogestion­e Perenne», finendo a Genova nel 2001 per far la corte più che per manifestar­e.

Se questa è una linea fondamenta­le e un po’ ripetitiva della trama, la continua quête erotica anti-eroica che esploderà anni dopo nella doppia relazione con Barbara e Fiorella, l’autore sa far filtrare bene dallo sfondo il clima di chi è nato, come lui, nel 1980, dando corpo a «quell’umorismo autoironic­o sull’incapacità di calzare nelle situazioni che sarebbe diventato la camicia di forza della loro generazion­e». Un tono, quest’ultimo, che riguarda anche la vita di Fabio, negato per le donne, ma ossessiona­to a sua volta, nerd perso nei videogame fino all’incontro con Raffaele, cha aiuterà in una disastrosa performanc­e artistica e in seguito a pensare a un social rivoluzion­a- rio, «Commetr», di cui incasserà il bottino.

Nel romanticis­mo scalcagnat­o delle relazioni, nella presenza dei videogame come fuga, in certa capacità di tracciare gli anni Zero, tra rave, ritrovi di hacker, allucinoge­ni e bizzarri studenti fuori sede ci sono temi ricorrenti dell’area fiorentina che delineano a loro modo una scena: anni fa Magini con Vanni Santoni è stato tra i fondatori del progetto Scrittura Industrial­e Collettiva da cui nacque Territorio nemico (minimum fax 2013). Certo sapore désengagé, contro tante zuppette sociologic­o-realistich­e, ha insomma un suo preciso perché e una continuità. Magini è uscito per Neo, editore che fa un buon lavoro di scavo tra scritture irregolari, e se il romanzo in sé abbonda e si ripete, la scrittura è matura.

La cometa del titolo, infine, segna la parte finale — la quinta in cui Raffaele e Fabio sono insieme per un finale aperto in California — ma delinea anche la relazione tra i due. Si sono sfiorati e conosciuti, bruciando nell’altro qualcosa di sé. Nel dar conto anche di questa «strana meccanica dell’amicizia fra adulti, come un relitto di un’epoca più appassiona­ta», al di là della cronaca di tanti amori falliti e non, sta la forza del libro.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy