Corriere della Sera - La Lettura
Anche Mosè aveva gli 007 Una storia mondiale delle spie
Misteri Christopher Andrew, 77 anni, pubblica una gigantesca ricognizione (quasi mille pagine) sull’intelligence: i faraoni, il Rinascimento, l’11 settembre...
Il marketing editoriale, quando si tratta di promuovere la saggistica cosiddetta «di divulgazione» (specialmente di argomenti non popolarissimi come la storia) tende a vedere con favore libri che contengono una tesi riassumibile in poche parole. Meglio ancora se nel titolo stesso. Esempio classico, La fine della storia di Francis Fukuyama. È un approccio comprensibile, specie di questi tempi, che riduce per l’appunto argomenti seri come la storia a un prolungamento del self-help — non basta piu infatti che un libro ci insegni qualcosa che non sappiamo, ma si vuole anche e soprattutto che ci «riveli» qualcosa, che ci presenti un approccio diverso o in qualche modo rivoluzionario.
Poi c’è un modo piu classico, da vecchia scuola, di affrontare la preparazione e pubblicazione di un libro. Un libro di storia cioè che racconta cronologica- mente, con precisione e senza paura di annoiare anche per molte centinaia di pagine, qualcosa. E di quella cosa illumina aspetti meno chiari, fornendo via via una matrice che ordina i fatti e di conseguenza le idee dei lettori. Un esempio: The Secret World: A History of Intelligence, appena pubblicato nel Regno Unito da Allen Lane e presto in uscita negli Stati Uniti presso Yale.
Christopher Andrew, 77 anni, professore emerito di Storia moderna e contemporanea all’università di Cambridge, esperto di relazioni internazionali, ha sempre avuto come principale interesse di ricerca l’intelligence (ha anche scritto la prima storia autorizzata del MI5 britannico). Da studente, a Cambridge, ha avuto come mentore Harry Hinsley, uno dei padri della moderna crittografia e code breaker a Bletchley Park durante la Seconda guerra mondiale.
Andrew ha scritto un libro molto lun- go, di quasi mille pagine, per nulla noioso o asciutto, che racconta la storia del «mondo segreto» dello spionaggio da Mosè e gli antichi egizi — la prende decisamente da lontano — fino alla nostra era, quella post-11 settembre. E, almeno in questo senso, le quasi mille pagine rappresentano uno sforzo di ammirevole sintesi visti i 3.500 anni che analizza.
Andrew chiarisce subito che è vero che quella della spia «è la seconda professione piu vecchia del mondo», ma è altrettanto vero che i documenti sui quali lavorare, nell’antichità, sono relativamente scarsi (Mosè stesso è considerato dalla maggioranza degli storici una figura leggendaria piu che un personaggio storico realmente esistito), ed è per questo che dal Rinascimento in poi — quando le fonti primarie diventano consistenti — il libro acquista sempre più profondità e interesse.