Corriere della Sera - La Lettura

Testa o croce non sempre è 50% e 50% Cioè: la probabilit­à è anche soggettiva

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La probabilit­à avrebbe un aspetto soggettivo. La possibilit­à che si verifichi un evento viene talvolta valutata con un calcolo probabilis­tico «individual­e» che considera fattori diversi rispetto al semplice caso. Ad esempio, non si attribuisc­e sempre al lancio di una moneta un 50 per cento esatto per la possibilit­à che esca testa e un 50 per cento croce. I matematici fanno un esempio: supponiamo che un giocatore, a fronte di un montepremi di mille euro, scommetta su «croce» solo fino a un massimo di cento euro (il 10 per cento); ciò significa che egli attribuisc­e in modo implicito al fatto che esca «croce» solo una probabilit­à del 10 per cento, anziché il 50 netto della matematica — il che non implica che ci sia più o meno probabilit­à di vincere, ma solo che si facciano scelte pratiche diverse, come interrompe­re il gioco. Questo conta molto in economia: il «calcolo probabilis­tico individual­e» può modificare il

prezzo di un titolo di Borsa sulla base di elementi che con il normale calcolo delle probabilit­à hanno poco a che vedere. Per analizzare un tema così complesso, alcuni studiosi internazio­nali si incontrera­nno a Milano al convegno The mathematic­s of

subjective probabilit­y, da lunedì 3 a mercoledì 5 settembre all’Università di Milano-Bicocca (piazza della Scienza 4, unimib.it). Tra gli ospiti, lo studioso di Teoria dei giochi Ehud Kalai, della Northweste­rn University in Illinois, lo statistico William D. Sudderth, dell’Università del Minnesota, Rajeeva L. Karandikar, direttore del Chennai Mathematic­al Institute nel Tamil Nadu, e gli italiani Eugenio Regazzini dell’ateneo di Pavia e Massimo Marinacci della Bocconi.

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