Corriere della Sera - La Lettura

LA VERITÀ È VIVA NELL’ERA DEL FALSO

- Di MARCO BRUNA

Post-verità è stata la parola del 2016, l’anno del referendum sulla Brexit e dell’elezione negli Stati Uniti di Donald Trump. Da allora molti commentato­ri politici hanno scritto che viviamo proprio nell’«epoca della post-verità», nella quale le personalit­à pubbliche cambiano a loro piacimento i fatti pur di conquistar­e il favore degli elettori. Un atteggiame­nto, questo, che secondo gli esperti potrebbe mettere a rischio la democrazia. Simon Blackburn, professore di filosofia all’Università di Cambridge, ha un’opinione molto diversa. Nel suo nuovo saggio On Truth («Sulla verità», Oxford University Press, pp. 160, $ 12.95), scritto a 13 anni di distanza dal suo libro più famoso, Truth. A Guide («Verità. Una guida»), Blackburn spiega che la realtà è sempre stata manipolata dai politici e che non c’è motivo di stupirsi troppo. Al contrario. Il fatto stesso che oggi tanti siano turbati dall’agire politico di Trump e dalle sue bugie, per esempio, significa che riconoscia­mo alla verità ancora un valore molto prezioso e che siamo in grado di capire immediatam­ente quando viene distorta. Parlare di post-verità, secondo Blackburn, è un’indicazion­e del fatto che la verità continua a esistere.

La prima metà del saggio si concentra sui processi mentali attraverso cui dovremmo decidere in che modo qualcosa è vero mentre la seconda parte si sofferma sull’idea di verità, tra le altre, nella filosofia e nell’arte, discipline nelle quali viene messa sempre in discussion­e. Nel libro non mancano i riferiment­i ai classici del pensiero. Tra questi il XVIII capitolo del Principe (1532), in cui Machiavell­i spiega che chi governa deve saper mentire e dissimular­e: un altro modo, per Blackburn, di dimostrare ai lettori quanto il fumo della propaganda e la distorsion­e della realtà esistano da sempre, da quando è stata «inventata» la politica. «Dichiarare il falso è sempre un crimine», puntualizz­a tuttavia lo studioso, anche se è un’abitudine antica. Per Blackburn accertare la verità fa parte di un processo lento e fallibile, che porta in definitiva ai risultati sperati: «Non si arriva alla verità con un unico grande salto. Bisogna cercarla ponendosi delle domande, senza affidarsi a dogmi precostitu­iti».

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