Corriere della Sera - La Lettura
Le onde dell’acqua di Leonardo non dipendono solo dalla gravità
Il primo a documentare il fenomeno è stato Leonardo da Vinci: si accorse che l’acqua che cadeva dall’alto su una superficie piana produceva uno spazio circolare piano nel quale scorreva linearmente, ma a una certa distanza dal getto si formavano piccole onde. Il fenomeno si chiama risalto idraulico o salto di Bidone, perché a studiarlo nel 1820 fu l’ingegnere e matematico torinese Giorgio Bidone. Dopo di lui altri fisici analizzarono le leggi che lo regolano, arrivando alla conclusione che dipende dalla velocità del flusso dell’acqua e, in ultima analisi, dalla forza di gravità. Semplificando si può affermare che quando il fluido rallenta, per esempio per la diminuzione della pendenza dell’alveo di un fiume, aumenta l’altezza del flusso e si formano le onde stazionarie che caratterizzano il risalto idraulico. Ora però un nuovo studio apparso in «Journal of Fluid Mechanics» rimette in discussione un dato che sembrava acquisito da due secoli. Rajesh Bhagat ha provato a dirigere il flusso d’acqua in modo non convenzionale. Cioè non dando per scontato che scenda dall’alto verso il basso, ma sparandolo in varie direzioni con angolature diverse, anche dal basso verso l’alto. Il risultato è che il risalto idraulico si formava sempre, facendo sospettare che altri parametri entrassero in gioco oltre la gravità. Lo studioso ha mutato la tensione superficiale e la viscosità del liquido. E in effetti il risalto idraulico cambiava, indipendentemente dalla direzione del getto. Secondo Bhagat il suo studio potrà avere ricadute notevoli nei processi industriali che consumano grandi quantità di acqua. Ma anche, assicura, nelle macchine per lavaggio auto e negli elettrodomestici come lavatrici e lavastoviglie.