Corriere della Sera - La Lettura
Il custode dello studentato s’inventa anche virtuoso delle luci
Paul Leitner ogni giorno raggiunge il centro culturale Grand Hotel di Dobbiaco (Bolzano) dal lago di Braies (32 chilometri andata e ritorno), da qualche anno anche location di fiction televisive. «Sono custode dell’albergo per studenti ma soprattutto tecnico audio e luci quando ci sono le Musik Mahlerwochen e i FestSpiele, i due grandi appuntamenti estivi. Per non dire dei Colloqui di Dobbiaco di ottobre, summit sul futuro di clima e di ambiente», aggiunge quasi dovesse dare conto di tutto quanto accade nelle sale. Tutto? Certo: tecnico ma anche direttore di palcoscenico e altro ancora. «Per il palco devo badare che tutto sia posto, dalle sedie ai leggii. Poi, le luci secondo le esigenze delle singole orchestre o degli ensemble ridotti». E quel neon che percorre il perimetro del soffitto della grande sala? «Di solito, per quella fascia, di colori ne usiamo uno solo: per la inaugurazione delle Settimane Mahler 2018, li ho usati invece tutti». I microfoni? «Anche quelli. Quando i concerti vengono registrati per la Rai locale o per la Orf (la tv nazionale austriaca, ndr) collaboro con i loro tecnici ma il padrone di casa sono io». Più complessi i controlli audio o luci? «Tempo fa con un Nabucco ho faticato tanto per i microfoni generali — confida il tecnico pusterese — ma le luci nascondono sempre un enigma. Se non hai memorizzato bene i movimenti di cantanti o solisti, rischi di lasciarli al buio e allora sono guai». Leitner, genitori austriaci ma cittadino italiano, ha una passione per le marce militari in concerto. «Le migliori? Quelle italiane, non ho dubbi». Un po’ asburgico ma anche tanto, tanto italiano.