Corriere della Sera - La Lettura
C’è lo scandalo dei quaderni e l’Argentina vacilla
Indagata la ex presidente Kirchner, coinvolto quello in carica Macri: pare Mani pulite
L’Argentina vive un periodo di inchieste giudiziarie che molti paragonano alla stagione italiana di Mani pulite. L’ex presidente peronista Cristina Fernández de Kirchner è indagata con accuse gravissime di corruzione che coinvolgono alcuni dei maggiori imprenditori, tra cui vari parenti del presidente in carica, Mauricio Macri. Tra i molti uomini d’affari che si sono dichiarati arrepentidos c’è Angelo Calcaterra, nipote di Franco Macri, il padre, nato in Italia, del leader argentino, che ha messo Calcaterra a capo di una delle sue imprese. Pochi giorni fa la polizia ha effettuato perquisizioni nelle residenze di proprietà di Kirchner, accusata di aver orchestrato un sistema di mazzette per assegnare appalti di opere pubbliche. Tali pratiche non sono nuove e in passato alcuni presidenti, come Carlos Menem, sono stati arrestati, solo per essere scarcerati subito dopo.
La corruzione e la manipolazione della giustizia non sono prerogative esclusive della destra o della sinistra. Molti si chiedono se per la prima volta in Argentina il sistema giudiziario federale stia facendo valere la sua indipendenza, smarcandosi dal potere. Forse no. Difatti, il magistrato che indaga su Kirchner non ha saputo andare fino in fondo nelle inchieste quando la presidente era in carica. Si dice inoltre che faccia parte di un gruppo di giudici asservito a Menem negli anni Novanta.
Lo scandalo è scoppiato in modo inatteso, quando un autista di Stato ha rivelato di aver annotato nei suoi diari tutte le volte in cui si era reso complice di azioni illecite. Pertanto il caso è stato ribattezzato il «Quaderni gate». Come Mani pulite, lo scandalo ha preso avvio per opera di personaggi di secondo piano che hanno denunciato pezzi grossi, ma con forti differenze, rispetto all’Italia, in quanto a indipendenza della magistratura.
In Argentina il populismo ha già incarnato ogni possibile forma in vari momenti storici. La corruzione resta un aspetto intrinseco del sistema, dal populismo neoliberale di Menem fino alla versione più di «sinistra» dei Kirchner. L’attuale linea populista di Macri si dice diversa, ma i trascorsi nazionali, compreso il retaggio familiare del presidente, sembrano indicare il contrario.
( traduzione di
Rita Baldassarre)