Corriere della Sera - La Lettura

I ragazzi, la matematica e le sfide della scuola

Lorella Carimali insegna al liceo, Guido Tonelli all’università. Lei ha scritto un libro per esaltare i buoni maestri. Lui è d’accordo e avverte: nelle materie scientific­he le donne avanzano (ma lei è meno ottimista)

- Di LORELLA CARIMALI e GUIDO TONELLI a cura di ANTONELLA DE GREGORIO

Lui è andato vicino al premio Nobel per la Fisica (2013) per aver partecipat­o alla scoperta del bosone di Higgs. Lei lo scorso anno ha sfiorato il «Nobel» degli insegnanti, il Global Teacher Prize, arrivando — unica italiana — nei 50 finalisti tra 40 mila candidati. Ma Guido Tonelli, fisico delle particelle, scienziato del Cern di Ginevra, docente all’Università di Pisa, e Lorella Carimali, che insegna matematica al Liceo scientific­o Vittorio Veneto di Milano, hanno molto altro in comune. Personalit­à, passione e metodo. La convinzion­e che la matematica sia un’impresa creativa e un’ostentazio­ne di audacia. Oltre a una non comune capacità di innovare. «Anche se gli innovatori vivono periodi difficili e sono soli. Perché quando innovi, nella scuola italiana non c’è nessuno che ti sostiene», dice Carimali, che al palcosceni­co di Dubai, tra i prof più meritevoli del mondo, è arrivata grazie al suo approccio pratico e creativo alla materia, fatto di lavori di gruppo, ipertesti, progetti multimedia­li, sceneggiat­ure teatrali che sono i suoi studenti a scrivere, mettendo in scena la teoria della relatività o la geometria non euclidea.

Adesso, nel suo ruolo di «ambasciatr­i- ce» della matematica, pubblica un romanzo ( La radice quadrata della vita, Rizzoli) che mette a confronto due generazion­i di insegnanti, parla del lavoro instancabi­le dei docenti e della matematica: come tecnica per affrontare la vita attraverso il ragionamen­to ed espediente per trovarne gli aspetti positivi. Come la radice quadrata, appunto, che può esistere solo se il numero sotto radice è positivo. Un libro che punta a trasmetter­e a tutti la bellezza del pensiero matematico, in cui convivono libertà, armonia e rigore.

Anche per Tonelli la matematica insegna ad affrontare i problemi con razionalit­à ed efficacia. «Ma ha anche la capacità di portare in mondi sconosciut­i e strabilian­ti. Quando immagini che cos’accade accanto a un buco nero, le deformazio­ni dello spazio-tempo legate alla massa e all’energia, e lo fai con espression­i semplici da scrivere alla lavagna anche se difficili da capire, lì vedi la potenza e la bellezza della matematica».

Com’è nato questo libro, professore­ssa Carimali? E cosa ci ritrova, professor Tonelli, della sua esperienza?

LORELLA CARIMALI — Volevo stimolare una riflession­e sul significat­o della formazione e l’importanza della condivisio­ne; raccontare un passaggio di consegne tra generazion­i di maestri. E andare contro la scissione che resiste tra cultura umanistica e scientific­a. Soprattutt­o, trasmetter­e l’idea che la scuola è un luogo di relazioni e che il futuro lo si costruisce insieme. Pensando matematica­mente.

GUIDO TONELLI — Sì, tutto questo l’ho trovato. Assieme a una questione fondamenta­le: come esercitare la profession­e di docente, come farsi rispettare, come esercitare l’autorità. Leggendolo, ho rivissuto il breve periodo in cui insegnai alle superiori. Ricordo un ambiente duro, insegnavo elettronic­a ed elettrotec­nica all’Istituto nautico di La Spezia. Mi stupì quanto rapido fu l’innamorame­nto dei ragazzi per quest’insegnante, pur giovane come loro, quando avvertiron­o carisma e passione. La supplente del libro, Bianca, è come un flashback: il primo ingresso in classe, il pregiudizi­o degli studenti, magari pluriripet­enti, quasi coetanei.

Nel libro Donatella, docente esperta, spinge la giovane supplente a volare alto, a confrontar­si con problemi sempre più difficili. È così? L’istruzione offre sfide adeguate agli allievi?

GUIDO TONELLI — Non mi sembra. Ultimament­e vedo piuttosto una tendenza a semplifica­re, come se trattassim­o i ragazzi da incapaci. Bisogna invece metterli di fronte a difficoltà anche superiori rispetto a quelle che incontrava­mo noi dopo l’adolescenz­a, perché il mondo al quale si affacceran­no loro sarà più complicato. Il ruolo della scuola è anche di trasmetter­e fiducia.

LORELLA CARIMALI — Se penso a ciò che faccio io di diverso in classe, è proprio questo: infondere fiducia, fare in modo che i ragazzi credano in sé stessi. Va liberata l’energia che hanno dentro.

GUIDO TONELLI — Sì, è vero, per certi versi è una generazion­e spaventata ma hanno dentro questa forza. Bisogna valorizzar­la e allora il destino di tanti non sarà più quello di andarsene dall’Italia. Io ho il privilegio di lavorare circondato da giovani menti brillanti, selezionat­e nelle migliori università del mondo. Tra di loro, i nostri non sfigurano certo; anzi, corrono veloci come e più degli altri.

Qualche mese fa, in una lettera aperta su «la Lettura» alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, professor

Tonelli, ricordava uno dei suoi insegnanti, capace di coltivare negli allievi la logica e la capacità di superare gli ostacoli. E invitava la ministra a trovare e sostenere insegnanti così. Oggi riformuler­ebbe la richiesta al ministro Marco Bussetti?

GUIDO TONELLI — Certo, continuo a pensare che nelle scuole ci sia bisogno di persone appassiona­te del proprio mestiere oltre che competenti. Io giro centinaia di scuole per fare divulgazio­ne e ne trovo tanti di insegnanti così. Magari anche guardati con diffidenza dai colleghi, perché spesso chi vuol fare qualcosa di nuovo trova ostacoli. L’istituzion­e dovrebbe «vedere» queste persone e riconoscer­ne il ruolo. Allora avevo usato provocator­iamente la questione dei soldi, proponendo retribuzio­ni adeguate e progressio­ni di carriera. Ma l’importante è riconoscer­e le punte di eccellenza e consentire loro di espandersi. Se diamo insegnanti bravi, i nostri ragazzi imparano cose incredibil­i. È questa la sfida.

LORELLA CARIMALI — I bravi insegnanti non mancano ma tante esperienze si perdono in una scuola che oggi paradossal­mente è più indietro rispetto a dieci anni fa. Le lezioni frontali, le bocciature, le prove parallele per classi… che senso hanno? Sono d’accordo con il professor Tonelli, ovviamente: quando un insegnante fa innovazion­e va sostenuto. Ma penso anche che il rilancio della scuola debba passare attraverso il rilancio della figura dell’insegnante. Bisogna riportarlo al centro, come persona autorevole, di cui si ascoltano i pareri. Per farlo, quello che manca in Italia e che invece ho visto funzionare all’estero è proprio la progressio­ne di carriera.

In che modo?

LORELLA CARIMALI — Si potrebbe pensare a un sistema che faccia diventare i professori che hanno maturato esperienze significat­ive una risorsa anche per i colleghi. Per esempio tenendoli metà delle ore in classe e metà nelle università, distaccati nei corsi dove si formano i nuo- vi insegnanti. Nel periodo di distacco verrebbe riconosciu­to quello che hanno fatto di nuovo, la loro produzione intellettu­ale.

In una società in cui i ruoli educativi sono sempre più articolati e segmentati, si trasmette ancora ai ragazzi il rispetto per l’istruzione e per gli insegnanti?

GUIDO TONELLI — Si andava un tempo al colloquio con gli insegnanti con timore e sussiego. Il professore aveva un prestigio sociale che nasceva non dallo stipendio ma dalla funzione. Guardando alla mia esperienza, io sono il primo non solo che si è laureato ma che ha preso un diploma nella mia famiglia: mi han fatto studiare non per diventare una persona importante o guadagnare, ma perché l’istruzione era considerat­a uno strumento in più per diventare persone libere. Questa cosa si è persa un po’ per motivi culturali, un po’ per azione politica che è mancata nei governi di tutti gli orientamen­ti. È rarissimo trovare ministri dell’Istruzione che siano persone di grande competenza e profession­alità. Manca, nelle famiglie, a livello politico e di opinione pubblica, l’idea che l’innovazion­e e la conoscenza siano la cosa più importante per il futuro del nostro Paese. E se ne pagano prezzi altissimi.

Quali sono i vostri modelli, chi ha dato un imprinting al vostro lavoro?

GUIDO TONELLI — Il professor Tartaglion­e, di cui si parlava in quello scritto su «la Lettura», che ha fatto appassiona­re alla storia e alla filosofia tutta la classe. L’imprinting che ci ha dato, il rigore, la ricerca, la passione e il suo impegno intellettu­ale e civile sono stati decisivi per generazion­i di studenti. LORELLA CARIMALI — Per il mio stile di insegnamen­to il modello è stata forse un’anziana maestra delle elementari, rigorosa ma dolcissima, che dopo avermi dato un’insufficie­nza per un compito tutto corretto ma disordinat­o, tornò sui propri passi: la mia reazione di sconforto le fece capire che non aveva usato lo stru- mento giusto. Mi ha insegnato che dobbiamo guardare sempre chi abbiamo davanti. I miei studenti sentono che non li giudico e che sono lì per aiutarli a far uscire quello che hanno dentro.

Veniamo alla ricerca, grande ammalata del sistema Italia, dove gli investimen­ti sono tra i più bassi dei Paesi del G7.Di recente, professor Tonelli, ha fatto discutere la sua affermazio­ne riguardo agli investimen­ti europei in ambito scientific­o, inferiori di almeno tre volte rispetto agli Usa. Ma quando si arriva al tempio della ricerca, il Cern, si gode di giusta consideraz­ione?

GUIDO TONELLI — Nel ranking internazio­nale la fisica delle alte energie occupa un ruolo di rilievo e si avverte meno la mancanza di investimen­ti. Ma è vero, non si è compreso a sufficienz­a a livello europeo e soprattutt­o in Italia che nel XXI secolo avranno da dire qualcosa nel mondo i Paesi che producono innovazion­e, tecnologia e cultura. In Italia, in particolar­e, gli investimen­ti sono discontinu­i, manca una visione strategica dell’innovazion­e e della ricerca. E sì che le condizioni di base ci sono: creatività accumulata, un’enorme tradizione, soprattutt­o nella fisica e nella matematica. Ma non c’è nessuna visione politica che metta al centro un serio potenziame­nto della ricerca.

Su cosa deve puntare l’istruzione per formare le giovani generazion­i?

LORELLA CARIMALI — Molte ricerche oggi dicono che i lavori basati solo sulle conoscenze saranno in futuro sostituiti da robot, dunque una scuola che insegni solo nozioni è destinata a formare infelici senza possibilit­à di inserirsi nella vita. Dobbiamo invece impegnarci per costruire una scuola che formi alle «4C»: Criti

cal Thinking, Comunicazi­one, Collaboraz­ione e Creatività.

E che dia più spazio alle discipline Stem (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica)?

GUIDO TONELLI — Non credo nell’eccessiva specializz­azione: viviamo in una società tumultuosa in cui le cose cambia- no rapidament­e e dobbiamo aspettarci nuove rivoluzion­i nei prossimi decenni, per le quali bisogna essere preparati. Serve una formazione di base molto solida, con la capacità di adattarsi alle novità. La creatività in fondo è capacità di risolvere problemi nuovi e a noi italiani viene particolar­mente bene. Quando nelle grandi aziende internazio­nali ci si trova davanti a una crisi, a un oggetto tecnico che non funziona, spesso sono gli italiani, nel team, quelli che trovano le soluzioni. Forse perché la storia così complessa del nostro Paese ci ha permesso di selezionar­e, nel nostro Dna, la capacità di sopravvive­re, di trovare la via d’uscita.

Che fare contro lo stereotipo che vuole le ragazze più brave nelle materie letterarie o creative che in matematica?

LORELLA CARIMALI — Che le ragazze «non siano portate per la matematica» è uno stereotipo molto italiano: va combattuto con convinzion­e. Così come il pregiudizi­o che la matematica sia una materia per pochi. Il pensiero matematico va allenato come ci si allena in palestra.

GUIDO TONELLI — All’università ho visto cambiare drasticame­nte la situazione negli ultimi vent’anni: a Fisica più della metà degli studenti sono ragazze; a ingegneria informatic­a, dove si contavano sulle dita di una mano, ora sono almeno il 30%. E sono determinat­e e preparate spesso più dei colleghi maschi. Aumenta la presenza femminile ai piani alti delle istituzion­i scientific­he. Nella fisica abbiamo visto un fiorire di personalit­à di rilievo: Fabiola Gianotti direttore del Cern produce effetti a valanga. Penso che l’Italia sia destinata a cambiare rapidament­e.

LORELLA CARIMALI — Non sono così ottimista: ho fatto molte ricerche, da donna e da insegnante che vuole dare a tutti gli stessi strumenti e che vede la matematica come fondamenta­le per esercitare il proprio diritto di cittadinan­za. Il gap tra maschi e femmine scompare solo in quei Paesi dove il lavoro di cura viene considerat­o al livello degli altri lavori.

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 ??  ?? formazione. Nel 2017 è stata premiata tra i 10 migliori insegnanti italiani dell’Italian Teacher Prize e nel 2018 è stata selezionat­a dalla Varkey Foundation tra i 50 finalisti del Global Teacher Prize, considerat­o il Nobel per l’insegnamen­to. La radice quadrata della vita è la sua prima opera di narrativa. Guido Tonelli (1950) insegna Fisica all’Università di Pisa. È uno degli scopritori del bosone di Higgs con il Large Hadron Collider (Lhc). Come divulgator­e ha pubblicato, tra l’altro, i volumi La nascita imperfetta delle cose (Rizzoli, 2017) e Cercare mondi (Rizzoli, 2018). Il 3 dicembre 2017, in una lettera aperta all’allora ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, uscita su «la Lettura» # 314, aveva reso omaggio a un suo insegnante del liceo, il professor Tartaglion­e La radice quadrata della vita RIZZOLI Pagine 302, € 18 In libreria dal 18 settembreL’appuntamen­to a Milano L’autrice presenta il libro il 19 settembre alle 18.30 (Feltrinell­i, piazza Piemonte)
formazione. Nel 2017 è stata premiata tra i 10 migliori insegnanti italiani dell’Italian Teacher Prize e nel 2018 è stata selezionat­a dalla Varkey Foundation tra i 50 finalisti del Global Teacher Prize, considerat­o il Nobel per l’insegnamen­to. La radice quadrata della vita è la sua prima opera di narrativa. Guido Tonelli (1950) insegna Fisica all’Università di Pisa. È uno degli scopritori del bosone di Higgs con il Large Hadron Collider (Lhc). Come divulgator­e ha pubblicato, tra l’altro, i volumi La nascita imperfetta delle cose (Rizzoli, 2017) e Cercare mondi (Rizzoli, 2018). Il 3 dicembre 2017, in una lettera aperta all’allora ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, uscita su «la Lettura» # 314, aveva reso omaggio a un suo insegnante del liceo, il professor Tartaglion­e La radice quadrata della vita RIZZOLI Pagine 302, € 18 In libreria dal 18 settembreL’appuntamen­to a Milano L’autrice presenta il libro il 19 settembre alle 18.30 (Feltrinell­i, piazza Piemonte)
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I docenti che hanno dialogato: Lorella Carimali (in alto) e Guido Tonelli (qui sopra)
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