Corriere della Sera - La Lettura
Tracce di antiche aurore rosse negli anelli dei tronchi d’albero
Ogni anno, l’accrescimento di un albero rimane registrato nel legno con un nuovo anello, la cui regolarità e il cui spessore rispecchiano le condizioni a cui la pianta fu esposta, ma per ricostruire le vicende climatiche del passato sulla base di queste tracce bisogna superare alcuni ostacoli. Primo, alberi di specie diversa non registrano nello stesso modo identiche variazioni ambientali. Secondo, anche nel confronto fra alberi della stessa specie, non è facile distinguere gli effetti delle condizioni locali dalle variazioni del clima su scala più ampia. Terzo, occorre trovare anni eccezionali che permettano di stabilire che un particolare anello si è formato nello stesso anno di un particolare anello di un tronco di specie diversa, o cresciuto in altra località. Una ricerca pubblicata il 6 settembre sulla rivista «Nature Communications» mette a confronto serie di sezioni d’albero che provengono da 44 località comprese fra i 72 gradi di latitudine Nord e i 42 gradi di latitudine Sud. Negli anelli di accrescimento che si sono formati fra il giugno e l’agosto del 774 d.C., e di nuovo tra febbraio e giugno del 993, è rimasta fissata una quantità molto elevata di carbonio radioattivo, traccia di un flusso eccezionale di particelle solari ad alta energia che investì tutta la Terra. Potrebbe essere stata la causa di aurore rosse registrate dalle cronache dell’epoca in Europa e in Corea. E la prima volta che la dendrocronologia documenta simili eventi di portata planetaria. Il team che ha realizzato questo studio comprende 67 ricercatori afferenti a 57 istituti di 18 Paesi. Due gli italiani: Mauro Bernabé del Cnr e Marco Carrer dell’Università di Padova.