Corriere della Sera - La Lettura

Meschini, umiliati, perdenti Le Sturmtrupp­en siamo noi

Ricorrenze Cinquant’anni fa, in una cena a base di gnocco fritto, nasceva la striscia di Bonvi, morto nel 1995: soldati tedeschi tormentati dalla stupidità del militarism­o I ricordi dei suoi amici Francesco Guccini e Silver

- Di ANDREA ANGIOLINO

A22 anni il sottotenen­te carrista Franco Bonvicini si congeda. L’amico Francesco Guccini lo fa assumere con lui alla Vimder Film, per il titolare Guido De Maria «un gruppo di amici che si diverte a fare pubblicità». Bonvi inventa slogan, recita in Come rubammo la bomba atomica di Franchi e Ingrassia, lavora a vari film tra cui Flashback su un fante tedesco in Appennino. Con Guccini sceneggia gli spot di Salomone il pirata pacioccone per l’amarena Fabbri. «Non so bene cosa facesse esattament­e», ci dice De Maria. «Era soprattutt­o bravissimo a portarmi via le modelle da davanti alla macchina da presa. Ne ricordo una francese, Andrea. Siamo lì sul set pronti a girare, e all’improvviso lei non c’è più. Bonvi se l’è portata in un circolo Arci a prendere l’aperitivo». Prima che autore di fumetti, Bonvi è personaggi­o lui stesso, epico e sopra le righe. Appassiona­to di storia bellica, veste alla militare e si diverte a parlare «tedeschese».

Nell’autunno 1968 De Maria cucina gnocco fritto per t u t t i . S e r ve p e r p r i mo B o n v i , c h e e s p l o d e i n u n «Danke!». De Maria risponde «Bitte» e gli passa un altro pezzo. Di nuovo «Danke!» e «Bitte!», più e più volte, finché il doppiatore Mauro Mattioli sbraita: «Ehi, voi due, maledetten skizzaten, la volete smettere con queste menaten che ci avete rotto i cosiddette­n?» Bonvi si illumina: «Ragazzen, mi è venuten un’idea!». L’indomani torna con quattro vignette: soldatini in uniforme tedesca si passano proiettili ringrazian­dosi a vicenda e irritando un ufficiale. Sono nate le Sturmtrupp­en. Tormentate dal fango, dal pessimo rancio, dalla nostalgia di casa, ma soprattutt­o dalla stupidità delle gerarchie e da assurdi regolament­i, combattera­nno all’infinito senza speranza un nemico invisibile. Al Salone dei Comics di Lucca vincono il concorso per una nuova striscia. Da maggio 1969 escono sulla rivista «Off-Side» e dall’8 luglio su «Paese Sera», sponsor del premio.

Bonvi si ispira al suo servizio di leva e, come scrive lui stesso, a «un po’ di letture fatte qua e là: ...Zuckmayer, Hašek, il Comma 22 di Heller, Mario Rigoni Stern, Kirst, Lussu e — perché no? — Il deserto dei Tartari di Buzzati e Kaputt di Malaparte». Con umorismo a volte fine e altre grasso irride la follia della guerra, il patriottis­mo esasperato, i motti di Mussolini, ma anche la società di massa e la television­e. Per «Off-Side», «al di là di un facile simbolismo, la realtà è agghiaccia­nte: tutti noi calziamo in testa l’elmo delle Sturmtrupp­en».

Gli amici lo aiutano. Mentre guida, il tranviere Enzo Meschiari inventa gag per lui. Ci racconta Guccini: «Bonvi mi chiamò nell’agosto del 1969, aveva vinto il concorso e aveva poche idee. Gli passai diverse battute e la prima sceneggiat­ura di Storie dello Spazio Profondo ». La fantascien­za stimola Bonvi, che per Guccini «era modenese ma faceva finta di essere internazio­nale». A un contrabban­diere spaziale mette la divisa nazista: «Bonvi stravolge le sceneggiat­ure, disegna quel che vuole», ironizza Guccini. «Un personaggi­o descritto in modo accuratiss­imo diventa un soldato tedesco e buonanotte». Bar con orchestrin­e e alieni anticipano Star Wars, dove le uniformi imperiali ricordano quelle germaniche.

Bonvi crea altre storie surreali. Dà il suo volto al pisto- lero sbevazzone Buddy the Kid e al pazzo che in Andiamo all’Havana!, su idea di Guccini, dirotta un tram su Cuba. Anni dopo, in L’uomo di Tsushima, gli somiglierà un amaro Jack London che narra l’insensato viaggio della flotta russa dal Baltico al Mar del Giappone, verso l’inevitabil­e disfatta del maggio 1905.

Lasciata la pubblicità, Bonvi fonda uno studio. Si presenta l’aspirante fumettista Guido «Silver» Silvestri, che ricorda: «L’Autore Affermato volle vedere i miei lavori, preparati la sera prima. Non rimase impression­ato né finse di esserlo, ma mi sbolognò un incarico che probabilme­nte gli pesava: disegnare una fontana per non so che ricorrenza dell’Accademia militare. Dovevo farla nel suo stile, che mi aveva illustrato sommariame­nte. Ne patii in sonno e salute cercando di tracciare l’ovale maledetto di quella vasca, gli zampilli, le piccole onde concentric­he… Risultato: un fregaccio nero e orribile. L’Accademia lo rigettò sul muso dell’Autore Affermato. Ero costernato. L’Autore Affermato mi tirò una manata sulla

Le immagini In questa pagina immagini dal sito bonvi.it che raffiguran­o le Sturmtrupp­en, la striscia a fumetti più famosa dell’autore emiliano Franco Bonvicini: soldati tedeschi impegnati nella Seconda guerra mondiale contro un nemico invisibile. Nella illustrazi­one più in basso, tutta in bianco e nero, il personaggi­o che impugna un salame al posto della bomba a mano con manico è l’«alleaten» italiano Galeazzo Musolesi © Bonvi / Eredi Bonvicini

spalla e scoppiò in una risata irrefrenab­ile: era Bonvi, ed ero già diventato suo amico». Per garantire fatturato, Bonvi e Silver producono molti episodi di Cattivik e Capitan Posapiano per «Tiramolla» e «Cucciolo». Nel 1972 Giancarlo Governi della Rai vuole fare Gulp. I fumetti in

tivù e chiama Bonvi, che con De Maria crea il detective Nick Carter. Gulp toglie pubblico a Mike Bongiorno, la seconda stagione arriva solo cinque anni dopo. Intanto Bonvi disegna 82 storie di Nick Carter per il «Corriere dei Ragazzi». Lo aiuta Silver, che ha una sua strip nel cassetto: Bonvi lo sprona a pubblicarl­a e Lupo Alberto entra nel firmamento del fumetto.

Sempre nel 1972, Nino De Tollis porta le Sturmtrupp­en a teatro. Per la prima volta in Italia si vedono uomini nudi sul palcosceni­co: soldati che per protesta indossano solo elmo, stivali e giberne. La divisa resta su una gruccia. I giornali ne parlano anche all’estero.

L’anno dopo, Bonvi riceve il premio Saint-Michel come miglior autore europeo di fumetti. Chiude le Sturmtrupp­en alla striscia 1.370 perché la quotidiani­tà non le renda «una barzellett­a da “Settimana Enigmistic­a”» e va a Parigi ove collabora all’«Humanité». Crea l’investigat­ore Milo Marat e le Cronache del dopobomba, cruda visione di un’umanità futura che divora sé stessa. Riprende «le Sturm» nel 1975, dopo una cena in cui Umberto Eco gli insegna dei trucchi per sceneggiar­e strisce seriali, e le racconta in prosa nel libro Ultime lettere del

le Sturmtrupp­en. Nei fumetti tra i nuovi personaggi appare il fiero alleaten Galeazzo Musolesi: si chiama come la via sotto casa Guccini in cui, all’osteria Da Vito, si riuniscono i bolognesi più creativi. Le pareti pullulano di Ex Vito, foto autografe con l’aggiunta di aureole e alucce.

Le Sturmtrupp­en ispirano due film con Cochi e Renato, Teocoli, Boldi e le musiche di Jannacci. L’alto e biondo von Nibelunghe­n, che falsifica l’età per partire volontario, è paradossal­mente Giancarlo Magalli, che ricorda: «Col caldo che faceva nella solfatara fuori Pomezia, resistere in divisa era un’impresa ardua. Bonvi aveva chiesto un ruolo da ufficiale tedesco perché questo lo autorizzav­a a girare in divisa per il set gridando “Stia puniten!” a chi stava in canottiera fra una ripresa e l’altra».

L’ultimo lavoro è una strip su un moderno presidio italiano in un deserto, per un diario scolastico che l’esercito regala in 120 mila copie. Per documentar­si, Bonvi va in Somalia e parla col nostro contingent­e. Per compenso ottiene un moschetto ’91 restaurato e il grado di capitano. Gli piace lavorare per forze armate che dai tempi della sua leva sono cambiate «come dalla notte al giorno». Anche perché «io non combatto l’esercito, ma un certo modo di pensare. Il nonnismo, per esempio, o la tendenza di far pesare il grado sui gradi inferiori».

Il 10 dicembre 1995 Bonvi è atteso da Red Ronnie alla trasmissio­ne Roxy Bar. Vuole vendere alcune tavole originali per aiutare l’amico e collega Magnus, disegnator­e di Alan Ford, malato di tumore. Mentre cerca gli studi muore investito da un’auto. Ma i suoi soldaten sono ancora con noi: escono nuove raccolte, Modena inaugura un Bonvi Parken, forse arriverà un museo. Per le Sturm il congedo è ancora lontano.

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 ??  ?? L’autore Nato a Modena nel 1941, Franco Bonvicini si affermò nel mondo del fumetto come Bonvi a partire dal 1968. Le sue Sturmtrupp­en furono il primo fumetto italiano realizzato nel formato tipicament­e americano delle strisce. Creatore anche dell’investigat­ore Nick Carter, morì investito da un’auto nel 1995
L’autore Nato a Modena nel 1941, Franco Bonvicini si affermò nel mondo del fumetto come Bonvi a partire dal 1968. Le sue Sturmtrupp­en furono il primo fumetto italiano realizzato nel formato tipicament­e americano delle strisce. Creatore anche dell’investigat­ore Nick Carter, morì investito da un’auto nel 1995

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