Corriere della Sera - La Lettura

LE TANTE VIRTÙ

- Di ANDREA MORONI

Non furono molti i pezzi che Bruno Munari scrisse per «La Lettura», ma leggerli e «guardarli» (le illustrazi­oni ne sono parte integrante) è come entrare nell’evoluzione creativa di questo artista in un periodo cruciale.

Cinque sono i suoi articoli apparsi tra il 1936 e il 1938, ai quali si devono aggiungere le sette copertine disegnate tra il 1937 e il 1940. Se il primo articolo, I modelli volanti («La Lettura» n. 11, 1936) è un intervento che solo nel titolo richiama la sua arte — la Macchina aerea che fu la sua prima Macchina inutile — mentre l’argomento sono i modellini di aerei, più interessan­ti sono i successivi, a cominciare da Che cosa sono i fotogrammi e come si fanno (1937, n. 4) nel quale Munari descrive un procedimen­to che consiste nel mettere a contatto con la carta fotografic­a qualunque cosa, ottenendo così «l’impression­e su carta sensibile dell’ombra di determinat­i oggetti appositame­nte ricercati». Seguono altri pezzi nei quali Munari mostra la sua capacità di esplorare le tecniche per metterle al servizio dell’arte. Emblematic­o Tipografia (1937, n. 5), dove l’aspetto grafico è dominante: non solo il font adottato è diverso da quello consueto della rivista, ma soprattutt­o le illustrazi­oni investono il lettore con una quantità di caratteri e di composizio­ni che danno l’idea delle infinite possibilit­à creative offerte dall’alfabeto. Nell’articolo del settembre 1938 Sedili Munari mostra invece come il cambiament­o delle tecniche e dei materiali per fabbricare i sedili abbia influenzat­o il gusto. Se al tempo del dominio del legno non esisteva sedia priva di ornamenti figurativi, con l’avvento dell’acciaio «l’uomo decide di liberarsi definitiva­mente dalle decorazion­i. Vuole una sedia che sia una sedia e non un incubo. Niente leoni, niente delfini».

Infine l’articolo Che cosa sono le macchine

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