Corriere della Sera - La Lettura
LE TANTE VIRTÙ
Non furono molti i pezzi che Bruno Munari scrisse per «La Lettura», ma leggerli e «guardarli» (le illustrazioni ne sono parte integrante) è come entrare nell’evoluzione creativa di questo artista in un periodo cruciale.
Cinque sono i suoi articoli apparsi tra il 1936 e il 1938, ai quali si devono aggiungere le sette copertine disegnate tra il 1937 e il 1940. Se il primo articolo, I modelli volanti («La Lettura» n. 11, 1936) è un intervento che solo nel titolo richiama la sua arte — la Macchina aerea che fu la sua prima Macchina inutile — mentre l’argomento sono i modellini di aerei, più interessanti sono i successivi, a cominciare da Che cosa sono i fotogrammi e come si fanno (1937, n. 4) nel quale Munari descrive un procedimento che consiste nel mettere a contatto con la carta fotografica qualunque cosa, ottenendo così «l’impressione su carta sensibile dell’ombra di determinati oggetti appositamente ricercati». Seguono altri pezzi nei quali Munari mostra la sua capacità di esplorare le tecniche per metterle al servizio dell’arte. Emblematico Tipografia (1937, n. 5), dove l’aspetto grafico è dominante: non solo il font adottato è diverso da quello consueto della rivista, ma soprattutto le illustrazioni investono il lettore con una quantità di caratteri e di composizioni che danno l’idea delle infinite possibilità creative offerte dall’alfabeto. Nell’articolo del settembre 1938 Sedili Munari mostra invece come il cambiamento delle tecniche e dei materiali per fabbricare i sedili abbia influenzato il gusto. Se al tempo del dominio del legno non esisteva sedia priva di ornamenti figurativi, con l’avvento dell’acciaio «l’uomo decide di liberarsi definitivamente dalle decorazioni. Vuole una sedia che sia una sedia e non un incubo. Niente leoni, niente delfini».
Infine l’articolo Che cosa sono le macchine