Corriere della Sera - La Lettura
Io creo studi di registrazione Il primo nel ’69. Per chi? Jimi Hendrix
Lo studio di registrazione: il luogo dove nasce il suono di un’opera d’arte. John Storyk da fine anni Sessanta ha disegnato per Walters-Storyk Design Group oltre 3.500 progetti in tutto il mondo, lavorando per vari clienti. Primo progetto: nel 1969, lo studio di Jimi Hendrix a Manhattan. «Al giorno d’oggi la magia di uno studio di registrazione — sostiene Storyk — è la stessa di sempre: cerchiamo di creare un punto di contatto tra architettura e acustica. Un tempo era l’equipaggiamento che distingueva uno studio dall’altro, mentre adesso non è più così: tutti possono disporre di strumenti meno costosi e di minori dimensioni. Il valore distintivo di uno studio oggi è l’architettura, l’acustica, il coefficiente emotivo dell’ambiente». Il business degli studi è molto cambiato negli ultimi 25 anni e Storyk ne è stato testimone. «Tanti impiantano uno studio in camera da letto. E producono musica anche di qualità. Altri vogliono disporre di ambienti più emozionanti. Se ne produce tanta, di musica: dovrà pure venire realizzata da qualche parte. Con gli artisti e produttori cui abbiamo fornito studi (fra cui, Alicia Keys, Jay Z, Paul Epworth, Timbaland, ndr) rimaniamo in contatto ma non è la regola. Se ci richiamano, bene. La maggior parte degli studi non durano a lungo: la vita media è di 10 anni, è la natura di questo business. Recentemente ho incontrato Timbaland: per lui abbiamo realizzato un bellissimo studio, a Virginia Beach; lo ha appena messo in vendita, si è spostato a Los Angeles. Così lo studio finisce: forse qualcuno lo comprerà, forse no».