Corriere della Sera - La Lettura
La mia mamma e io siamo tutte le vite della Cina
Protagoniste Gao Yanjinzi guida la più importante compagnia di balletto contemporaneo della Repubblica Popolare. Sarà a MilanOltre con uno spettacolo sulla «consapevolezza» delle radici: «la Lettura» l’ha incontrata alla vigilia del viaggio in Italia
Nel trafficato semicentro di Pechino, all’interno di blocchi squadrati di cemento, danzano incarnazioni delle divinità. Sbucano spiriti di serpenti, volpi, insetti. Appaiono e scompaiono ventagli ocra, un enorme ombrello rosso lacca, fiori dal fusto lungo e dalla corolla carnosa, ritmati dall’avvicendarsi delle stagioni, mentre da lontano si levano il soffio di venti caldi e il gorgoglio rigenerante di un ruscello. Corpi femminili e maschili velati da garze bianche e abiti neri, flessuosi quanto seducenti, si muovono in rapide serpentine, la cui atletica armonia sprigiona un’energia potente alimentata da un’innata sensualità.
A governare come una sfinge quest’universo danzante, raddoppiato dallo specchio della sala prove, c’è la coreografa e direttrice artistica Gao Yanjinzi. Seduta a gambe accavallate, i capelli lunghissimi raccolti sulla nuca, corregge i danzatori della Beijing Modern Dance Company nel dettaglio di braccia e gambe, abbandonandosi a folgoranti risate di approvazione nei momenti espressivamente più riusciti.
D’improvviso si alza per scivolare all’interno del proprio olimpo visionario e assimilarsi a fauna e flora, in un dialogo tra uomo e natura scandito dalle fasi lunari. Blooming of Time, lo spettacolo che la compagnia sta provando in vista di un tour in Canada, è solo una delle sfaccettature del caleidoscopico repertorio di Gao Yanjinzi. Cristallizzato nelle locandine appese alle pareti della sede della compagnia, mostra i molti temi toccati dall’autrice: Chinese Zodiac, immersione nell’astrologia orientale attraverso la personificazione degli animali che ne simboleggiano i dodici segni, Oath-Midni
ght Rain, viaggio dello spirito in cinque tappe commissionato dalla Biennale di Venezia nel 2006, oltre ad Under the Skin, creato per la Wen Wei of Canada nel 2009, e all’assolo As I Heard, concepito su invito di Pina Bausch e interpretato dall’autrice cinese per la prima volta Wuppertal nel 2008.
«Un concetto sul quale ho molto riflettuto negli ultimi anni — spiega la coreografa a “la Lettura” — è il tempo: scorre attraverso la natura e scava nell’individuo lungo la sua intera vita, modifican- doli profondamente». In Italia la Beijing Modern Dance Company mostrerà il suo volto più intimista e femminile in JueAware («consapevole» in cinese/inglese), duo interpretato dalla stessa Gao in coppia con la madre Luo Lili, in arrivo a MilanOltre, il 5 ottobre al Teatro Elfo Puccini del capoluogo lombardo: «È la storia — afferma — tra me e mia madre. Quand’ero bambina, la seguivo, studiavo e imparavo da lei, dal suo modello. Crescendo, ho differenziato la mia personalità in un’identità unica, come i miei danzatori. Ognuno di loro ha qualcosa di speciale dentro di sé: non li scelgo per le abilità tecniche ma cerco di entrare in contatto con la loro anima. Nella cultura cinese li chiamiamo “meravigliosi fiori e terra”».
Commissionato dalla berlinese House of World Cultures, dove si è tenuto il debutto nel 2004, addensa biografia e ricordo personale, in una riflessione ad ampio raggio su genetica, tradizione ed eredità della Cina. In altre parole, tutto su sua «madre» nel senso più ampio del termine, perché lo stile di Gao è una miscela che lascia germogliare il segno contemporaneo nel grembo di una cultura antica 5 mila anni, nutrita dai saperi di arti marziali come il tai chi, della calligrafia, della letteratura, dell’opera tradizionale, e illuminata dalla consapevolezza buddhista del samsara: è il ciclo perpetuo di nascita, morte e rinascita che, nella poetica di Gao, si sposa al sistema filosofico cui attinge la medicina tradizionale cinese per il quale tutto è qi, energia vitale radiante, incanalata nei meridiani che alimentano il corpo.
Sui brani musicali scritti dalla compositrice Liu Sola, il dialogo danzato madre-figlia si compone di sei quadri nei quali prendono forma altrettante azioni: copiare, ereditare, incatenare, variare, rompere, annullare. «Ogni lavoro che ho realizzato — sussurra ancora Gao — ha un riverbero dentro di me, posso sentirlo e toccarlo nel mio cuore. Ogni emozione coopera con il mondo esterno, nella vita reale. Non si può scindere l’ombra dalla forma».