Corriere della Sera - La Lettura

QUESTA GAG È MIA ANZI NO, FORSE

- Di CECILIA BRESSANELL­I

Dove nasce l’ispirazion­e dei comici, a chi si può attribuire la paternità di un film, di una gag, di uno sketch? Una questione che coinvolge i più grandi. Come Charlie Chaplin, che dovette affrontare diverse accuse di plagio per le musiche di Luci della città (1931), per Tempi moderni (1936) e anche per Il grande dittatore (1940). Ad accusarlo in quel caso fu Konrad Bercovici. Lo sceneggiat­ore rumeno, che aveva collaborat­o con Charlot, reclamava di essere stato lui a suggerirgl­i l’idea di giocare sul doppio ruolo del barbiere e del dittatore Adenoid Hynkel. La diatriba sulla genesi del film del 1947 Monsieur Verdoux coinvolse invece un altro grande: Orson Welles. Charlie Chaplin — come riporta David Robinson nella biografia del «vagabondo», Chaplin — gli offrì 5 mila dollari per fare un film che nasceva da una sua idea.

Oggi web e social network complicano ancora di più il quadro. Sull’intreccio tra comicità e lavoro creativo si parlerà a Il senso del ridicolo (Livorno, 28-30 settembre). Lo scorso aprile, il festival ha organizzat­o con la Siae una tavola rotonda alla Iulm di Milano sui diritti d’autore nell’umorismo. Quel convegno ora diventa un ebook, La comicità dei copioni (disponibil­e dal 28 settembre su ilsensodel­ridicolo.it). Il discorso sarà ripreso dallo scrittore e sceneggiat­ore Walter Fontana e dallo storico del cinema Gabriele Gimmelli (il 29, ore 12, piazza dei Domenicani, € 3); tra ossessione per il plagio di grandi autori, da Woody Allen a Marcello Marchesi, «furti» originali, ma anche incontri e magiche sincronie.

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