Corriere della Sera - La Lettura
Una foglia di fico con la firma Fu Eva la prima stilista
L’abito fa il monaco, eccome. Sulla linea tracciata da Shakespeare, Amber Butchart racconta la storia della moda in cento ritratti
«Il tuo vestire sia bello quanto la tua borsa lo può pagare, ma non ricercato; ricco, ma non sfarzoso; perché l’abito indica spesso l’uomo». Shakespeare, Amleto, atto I: Polonio spiega che l’abito fa il monaco. La citazione apre The Fashion Chronicles. The style stories of history’s best dressed, firmato da Amber Butchart, storica della moda e volto della Bbc. Racconta l’evoluzione del nostro vestire e tutto quello che ne consegue: basti pensare che l’uso degli abiti fu, pare, una vera e propria tecnologia evolutiva che permise all’uomo di migrare dall’Africa, e che ebbe forti riper- cussioni sullo sviluppo della nostra civiltà.
Attraverso l’analisi di cento ritratti, Butchart mette in scena personaggi e abiti i coni c i : dal l a fo gl i a di Eva , l a pr i ma fashion designer, fino al pantsuit bianco in omaggio alle suffragette di Hilary Clinton, passando per il berretto del Che, ibrido tra la tradizione militare e quella delle classi lavoratrici francesi e basche.
Ciò che rende prezioso il libro è la sua voglia di esaustività: non solo perché copre dall’età antica fino ai nostri giorni, ma perché ogni personaggio/vestito è sottoposto a un’analisi non settoriale bensì «umanista», toccando con una scrittura semplice vari ambiti e aspetti. La scelta di uno stivale, di un corpetto, di un accessorio non è mai una questione futile, ma al contrario nasce dall’intersezione tra politica, società, arte e cultura. Lo accennava anche il personaggio di Miranda Pristley (Meryl Steep) nel film Il diavolo veste Prada, e Butchart lo dimostra in maniera completa. Raccontando gli uomini e le donne meglio vestite di tutti i tempi (sovrani, rivoluzionari, popstar, sportivi), The Fashion Chronicles è una lezione di Storia raccontata con stile. La moda non è superficie, ma sostanza di una persona e di un’epoca.