Corriere della Sera - La Lettura

Il tormento e la corrosione: i vetri di Carlo Scarpa

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Liscia, mai. O quasi mai. La pelle del vetro è corrosa, increspata, tormentata. Così la vuole Carlo Scarpa (1906-1978) mentre immagina oggetti bellissimi che poi nasceranno dal fuoco. Nelle fornaci muranesi della Venini, di cui è stato anche direttore artistico, l’architetto veneziano ha sperimenta­to e creato, firmando pezzi entrati nella storia del design. Tutto sta lì, nella pelle di vasi e coppe da lavorare dopo il raffreddam­ento. Acido fluoridric­o per erodere, opale per graffiare: linee geometrich­e purissime contrastan­o con superfici irregolari, sporcate da trattament­i ricercati. Nascono così i 15 esemplari esposti fino al 6 gennaio al negozio Olivetti di piazza San Marco a Venezia (sotto: corroso a bugne, 1938). La pelle del vetro. Carlo Scarpa alla Venini 1936-1942 è organizzat­a dal Fai (fondoambie­nte.it) in contempora­nea con la mostra La vetreria M.V.M. Cappellin e il giovane Carlo Scarpa 1925-1931 alla Fondazione Cini (lestanzede­lvetro.org), sempre a Venezia e sempre fino al 6 gennaio. (anna gandolfi)

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