Corriere della Sera - La Lettura

Lo schiavo imparò a leggere: il pioniere dei diritti civili

La biografia dello storico David W. Blight dedicata all’afroameric­ano che due secoli fa anticipò i temi della lotta per l’emancipazi­one

- Di MARCO BRUNA

Frederick Douglass è stato il pioniere dei diritti civili dei neri d’America. Nel periodo drammatico della Guerra civile (18611 8 6 5 ) — q u a n d o i n Ameri ca c’erano quasi quattro milioni di schiavi — Douglass lottò per l’emancipazi­one degli afroameric­ani. Circa un secolo dopo, Martin Luther King avrebbe camminato sulla strada preparata da questo ex s c h i a vo , n a t o F r e d e r i c k A u g u s t u s Washington Bailey a Tuckahoe, Talbot County, Maryland, nel 1818.

La sua vicenda è raccontata da David W. Blight, professore di Yale ed esperto di storia della schiavitù, nella biografia Frederick Douglass. Prophet of Freedom, uscita per Simon & Schuster in America. Blight ripercorre i momenti chiave della vita di Douglass, concentran­dosi in particolar­e sul momento in cui divenne tra i più grandi oratori della sua generazion­e.

Figlio di una schiava, Harriet Bailey, e di un uomo bianco (probabilme­nte il suo padrone, Aaron Anthony), Douglass adottò come giorno di nascita il 14 febbraio, perché sua madre lo chiamava my valentine, «il mio Valentino». Aveva quattro sorelle e un fratello, e Harriet era una delle poche donne di Talbot County che sapessero leggere e scrivere. Durante i primi sette anni di vita la vide quattro o cinque volte: era pratica comune degli schiavisti separare gli uomini o le donne che compravano dalle loro famiglie. Harriet morì quando Frederick aveva 10 anni.

La svolta avvenne nel 1827, quando dalla piantagion­e fu trasferito a Baltimora, nella casa della famiglia Auld, come compagno di giochi del loro figlio Thomas. Fu in questo periodo che Sophia, la madre del piccolo, insegnò a Douglass a leggere e scrivere. Quando il padre lo venne a sapere andò su tutte le furie, vietando a Sophia di fargli da maestra. Douglass non si piegò: continuò a studiare per conto suo, maturando un forte desiderio di emancipazi­one. Nel 1838 compì il primo passò verso la libertà: dopo due tentativi falliti fuggì dalla schiavitù e dal nuovo padrone, il brutale Edward Covey.

Sposò Anna Murray e si stabilì a New Bedford, Massachuse­tts. Nel 1841 parlò alla Massachuse­tts Anti-Slavery Society di Nantucket, dove colpì i presenti raccontand­o la sua esperienza di schiavo. Dopo quel discorso il nome di Douglass divenne celebre. Allo scoppio della Guerra civile incontrò Lincoln, il presidente che sostenne la causa dell’abolizione della schiavitù: era stato accolto alla Casa Bianca con un affettuoso «amico mio».

Douglass continuò a combattere fino alla morte, nel 1895, per i diritti dei neri: scrisse tre autobiogra­fie, portò la sua causa in Europa, fondò un giornale. Alla fine della guerra divenne anche strenuo difensore dei diritti delle donne.

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