Corriere della Sera - La Lettura
Opere di Carol Rama e parole di Sanguineti Omaggio a una punk
Lei gli donò le sue opere: erotiche, anticonformiste, irregolari. Lui le regalò le parole, termini nuovi per definire quell’arte così eccentrica. Carol Rama ed Edoardo Sanguineti. La storia di un’amicizia. E di due talenti del Novecento. Unici, controcorrente. Quella storia sarà in mostra a Torino: i quadri che l’artista con la treccia donò al poeta (e che ora, a cent’anni dalla nascita, fanno parte della Fondazione Sardi) saranno esposti ad Artissima.
Una decina di lavori realizzati da Olga Carolina Rama, nata a Torino il 17 aprile 1918, morta a Torino il 24 settembre 2015. Conservati con dolcezza, per anni, da Edoardo e Luciana Sanguineti. Simbolo e testimonianza di un legame lunghissimo e solido: «Conosco Edoardo da quando avevo vent’anni», diceva spesso l’artista. Bambole, ferri da maglia, ganci metallici. Tele su cui applicare occhi di vetro, denti, unghie. Carol raccontava il suo mondo fatto di corpi, lingue, genitali, pupille, letti d’ospedale. Di manicomi. Di un’arte che proietta nella carne «una lacerazione psichica e mentale». E che il poeta del Gruppo 63, con le sue parole, insegnava a decifrare. A Carol dedicò così, nel 1964, il termine «bricolage», per definire quelle campiture cromatiche su cui erano incollati oggetti di uso comune (a Torino sarà esposto un esempio lampante di questa tecnica: Porno
grafia, 1963); nel decennio successivo coniò per lei la parola «vissuto», per accompagnare le tele a cui Rama aggiungeva una serie di camere d’aria (un altro inedito in mostra). Quello stesso «vissuto» permeava la casa studio di quella «punk ante litteram », decine di oggetti accatastati ovunque.
La venticinquesima edizione di Artissima si terrà all’Oval Lingotto Fiere dal 2 al 4 novembre (vernissage il 1°). Qui la Fondazione Sardi per l’Arte presenterà, oltre al premio Sardi Back to the Future, Carol Rama_100 anni di seduzione,
progetto speciale dedicato all’artista in uno spazio di 5 metri quadrati per 5 realizzato per l’occasione: all’esterno, sulle pareti, uno scatto inedito del fotografo Pino Dell’Aquila, che negli anni Novanta documentò le stanze in cui Carol Rama viveva e i materiali con cui lavorava; all’interno le opere dell’artista, tutte provenienti dalla collezione di Edoardo Sanguineti, recentemente acquisite dalla fondazione torinese. Sarà una sorpresa. E un’occasione per ricordare un’artista scoperta «troppo tardi», come disse lei stessa nel 1993 quando a Venezia ricevette il Leone d’Oro alla carriera. «L’acquisto e la promozione di questo corpus — spiega Pinuccia Sardi, presidente della Fondazione Sardi per l’Arte — documenta una profonda amicizia e reciproca stima tra due figure fondamentali della storia della cultura e dell’arte del secolo scorso in Italia. Sono felice di presentarlo in anteprima ad Artissima nell’anno del centenario dalla nascita di Carol. Vogliamo contribuire al giusto riconoscimento dell’artista sul piano internazionale».
Pinuccia Sardi ha gestito dal 1975 al 1998 lo studio Grafica Internazionale e dal 1994 al 2013 la galleria Carlina. «Conobbi Carol Rama — dice — nel 1975, ma iniziai a frequentarla di più negli anni Novanta. Era una persona interessante, il suo dialogo era costellato di tante parolacce ma non diceva mai nulla di scontato. Era in grado di catalizzare l’attenzione dei suoi colleghi artisti, era di nicchia ma la guardavano tutti. È vero, si sentiva incompresa dal grande pubblico, ma non ha mai desistito». Fu una figura unica nel panorama artistico. «Oggi — continua Sardi — non vedo personalità portatrici di un messaggio così spiccato. Ma sono fiduciosa: sarebbe molto bello vedere una nuova Carol Rama».