Corriere della Sera - La Lettura
I disabili sanno ridere di sé stessi e io girerò un film con loro
«Giravamo in esterno un corto intitolato Filma!. Avevamo scritto una storia piena di battute ma tirava un vento fortissimo e fastidioso. Il tecnico del suono era cruciale ma, sul più bello, il vento sposta una struttura che gli cade in testa. E lui finisce al pronto soccorso». Sono trascorsi anni ma il ricordo è ancora stampato nella memoria di Fabio Donatini, «anima» della Zarathustra Film. Cresciuto in Romagna, si trasferisce a Bologna per studiare Scienze della comunicazione. La sua passione è il cinema. Nel 2001 vince il Premio Dams con il cortometraggio Fuoco di Russia. «E con i soldi incassati del premio ne produco un secondo, che pure va molto bene». Studia e produce corti, visionari, come I principi dell’indeterminazione — un corto sul tartufo che «non verrà mai distribuito» — e poi si ferma: «Per un po', perché di corti non si vive». Si cerca un lavoro, insegna, fa sceneggiatura, videomaking. Poi il ritorno al cinema. «Ho un caro amico malato di sclerosi — racconta — e insieme abbiamo riflettuto sul fatto che i disabili sono lontani dal mondo del cinema, non possono raccontare sé stessi se non attraverso gli altri. Allora ho costruito un gruppo di persone disabili, gli ho fatto un corso di sceneggiatura, abbiamo scritto il cortometraggio di una rapina (comica) fatta da tre disabili che devono trovare i soldi per una vacanza a Bora Bora». Il corto è rimasto un sogno nel cassetto ma i corsi per disabili sono proseguiti, con l’ambizione di girare un film. «Stiamo per lanciare un crowdfunding. Il film sarà anche stavolta molto ironico. Si chiamerà La storia del cinema a rotelle ».