Corriere della Sera - La Lettura
Il vescovo e l’autista martiri dell’amicizia
Mohamed aspetta sulle colline di Orano l’aereo che dovrebbe riportare Pierre «a casa». Il volo è in ritardo, ovunque c’è «odore di morte», solo sulla corniche si respira. Mohamed Bouchikhi, 21 anni, musulmano, è l’autista di Pierre Claverie, vescovo della città algerina. Sono amici. E quelle sono le loro ultime ore: a ucciderli, il 1° agosto 1996, è una bomba piazzata dal Gruppo islamico armato (Gia). È un libro breve e intenso Pierre e Mohamed. Il vescovo e l’autista: l’amicizia e il martirio. Una storia d’Algeria di Adrien Candiard (traduzione di Elio Boscaini, prefazione di Timothy Radcliffe, Editrice missionaria italiana, pp. 80, € 9, in libreria dal 22 novembre). Non un racconto sul «decennio nero» (1992-2001) che costò la vita a più di 150 mila algerini, ma una testimonianza di amicizia, fede, ascolto, speranza. Candiard (1982), domenicano che prima di diventare religioso lavorò nel 2006 alla campagna di Dominique Strauss-Kahn alle primarie socialiste per le presidenziali di Francia e pubblicato un saggio su Berlusconi ( L’anomalie Berlusconi, Presses universitaires de France, 2003), ha scritto un testo intimo che dà voce al desiderio di «un’umanità plurale, fraterna, desiderosa di pace». Proprio come predicava Claverie, uno dei 19 «martiri d’Algeria» che saranno beatificati a Orano l’8 dicembre (tra questi, i 7 monaci di Tibhirine, resi celebri dal film Uomini
di Dio, 2010). Il volto di Mohamed comparirà nell’effigie ufficiale della beatificazione. La storia di Pierre e Mohamed è anche una pièce teatrale: un migliaio, dal 2011, le repliche. ( a. sac.)