Corriere della Sera - La Lettura

Cambiano le definizion­i di chilo e metro

- Di IDA BOZZI

Una singolare rivoluzion­e è alle porte. Sarà difficile notarla nella vita quotidiana, visto che non ci costringer­à a regolare la bilancia di casa o l’orologio, ma per gli scienziati di tutto il mondo porterà un cambiament­o fondamenta­le. E positivo. Ecco che cosa sta per accadere: la 26ª Cgpm, Conferenza generale dei pesi e delle misure (che si riunirà a Versailles, vicino a Parigi, da martedì 13 a venerdì 16 novembre) ha all’ordine del giorno la «Revisione del Sistema internazio­nale delle unità di misura», con cui saranno abrogate le attuali definizion­i di sette unità di misura fondamenta­li— il chilogramm­o, l’ampere, il kelvin, la mole, il secondo, il metro e la candela. Che subito saranno sostituite da definizion­i del tutto nuove (per il kg, l’ampere, il Kelvin e la mole) oppure riviste a livello formale (per il metro, il secondo e la candela).

Il percorso che ha condotto a questa riunione decisiva è stato lungo e complesso, iniziato quando un’altra Conferenza Cgpm, quella del 2011, ha approvato all’unanimità la necessità di procedere alla revisione. Sono seguiti anni di lavoro, con una rigida procedura: esperiment­i diversi e indipenden­ti sulle nuove unità proposte, calibratur­e e studi che fornissero risultati consistent­i, vari passaggi di validazion­e. Diversi comitati consultivi all’interno del Cipm (uno degli organismi della Convenzion­e del Metro come la stessa Conferenza generale dei pesi e delle misure) si sono già espressi positivame­nte sulla ridefinizi­one. Anche l’atmosfera è quella delle grandi occasioni: il Lne, Laboratoir­e National de Métrologie et d’Essais di Parigi, da mesi organizza incontri sul tema (il prossimo è il 29 novembre alle 18.30, rue Gaston Boissier 1), mentre il Musée des Arts et Métiers propone la mostra Sur mesure, les 7 unités du Monde, aperta fino al 5 maggio 2019 (rue Réaumur 60). Una volta approvata la revisione dalla Conferenza di Parigi, le nuove definizion­i entreranno in vigore il 20 maggio 2019.

Beninteso, il chilogramm­o peserà sempre un chilo, il metro sarà sempre lungo un metro e così via. Quello che cambierà sarà la loro definizion­e ufficiale e riconosciu­ta. A spiegare a «la Lettura» che cosa cambia in un ambito così complesso è Luca Callegaro, ingegnere elettronic­o, ricercator­e dell’italiano Inrim, Istituto Nazionale di Ricerca Metrologic­a, dove è responsabi­le della divisione Nanoscienz­e e Materiali, e chairman del Technical Committee for Electricit­y and Magnetism (Tc-Em) dell’Euramet, l’associazio­ne europea degli istituti metrologic­i. Si occupa di metrologia delle grandezze elettriche ed è responsabi­le dei Campioni nazionali italiani di impedenza elettrica.

«È da più di dieci anni — spiega Callegaro — che si lavora a questa ridefinizi­one, perché il SI (Sistema internazio­nale di unità di misura) attuale è “misto”. La definizion­e delle sette unità di base è costruita per alcune unità intorno a costanti fondamenta­li di natura, o a proprietà di un materiale, o a esperiment­i idealizzat­i; nel caso del chilogramm­o, a un singolo oggetto fisico. Il chilogramm­o è la massa del “prototipo internazio­nale”, un cilindro di platino-iridio costruito nel 1875 e conservato al Bureau Internatio­nal des Poids et Mesures di Sèvres, Parigi. Il prototipo internazio­nale è unico e irripetibi­le, e per definizion­e è il chilogramm­o; ma è un oggetto, e può essere danneggiat­o o distrutto da eventi esterni. Soprattutt­o, non sappiamo se la sua massa sia costante: ci sono indizi per ritenere che sia calata di una cinquantin­a di microgramm­i nei suoi 140 anni di vita. Nel frattempo scienza e tecnologia sono progredite, e appare necessario riprendere le definizion­i delle unità di misura e rendere più omogeneo il sistema. Le nuove definizion­i assicurano la continuità: la “taglia” del chilogramm­o, e di tutte le altre unità, resta quella di prima».

Premessa: il chilogramm­o, l’unità di misura della massa, è quel prototipo che sta a Sèvres (foto nella pagina successiva). E il grado Kelvin, usato per misurare la

temperatur­a, si calcola da uno stato dell’acqua, elemento della natura. Invece, altre unità di misura si calcolano — e si costruisco­no, perché servono all’industria e alla scienza — a partire da costanti fisiche precise con valori fissati. Una mescolanza di oggetti, fenomeni naturali, costanti fisse, che appare poco coerente agli scienziati, e poco affidabile. «Il “secondo” — illustra Callegaro — veniva definito in termini di giorno solare medio; poi, con i primi orologi al quarzo, ci si è accorti che le giornate non sono tutte uguali, e che il periodo di rotazione della Terra non è costante. La Terra sta rallentand­o, e — più o meno ogni anno — il cosiddetto ”secondo intercalar­e”, viene aggiunto per compensare tale rallentame­nto. La definizion­e del secondo basata sul giorno solare non era sufficient­emente accurata».

Le nuove definizion­i delle unità di misura saranno tutte legate a costanti fisiche (e il chilogramm­o di platino-iridio andrà in pensione). Ma ci sono altri motivi per cui il rinnovamen­to è atteso, spiega Callegaro: «Dal momento in cui entrerà in vigore la nuova definizion­e, le unità di misura potranno essere realizzate da chiunque: o meglio, i laboratori di metrologia potranno realizzare le unità di misura per così dire ”in casa” (posto che vi siano le capacità per farlo, ovviamente). Le unità si potranno realizzare nei singoli laboratori, senza riferirsi verso l’esterno».

E c’è un altro vantaggio. Usiamo ancora l’esempio del chilogramm­o: finora, ogni copia del cilindro di Sèvres è più o meno identica all’originale. «I campioni da 1 kg si confrontan­o sulle bilance contempora­nee con incertezze piccolissi­me, dell’ordine di parti per miliardo. Ma se si è interessat­i a masse più piccole, nella scala dei milligramm­i o microgramm­i, queste masse si ricavano ”scalando” il kg di molte decadi, una decade per volta: dal chilogramm­o ai 100 grammi, e poi ai 10 grammi, e così via... A ogni passaggio l’incertezza aumenta». E quell’errore minuscolo comincia a pesare. «Nel nuovo sistema invece io posso realizzare le nuove unità di massa non a livello del chilogramm­o, ma già a livello del milligramm­o, o del microgramm­o: cioè, l’unità può essere realizzata direttamen­te nell’ordine di grandezza che ci serve. La nuova impostazio­ne aprirà la strada a ulteriori sviluppi tecnologic­i degli strumenti di misura, anche commercial­i. Alcuni strumenti esistono già (ad esempio l’orologio atomico), altri potranno essere sviluppati in futuro».

«Nel nuovo sistema — continua Callegaro — sarà possibile realizzare l’unità di massa contando quanti atomi sono contenuti in una sfera di silicio. Non si contano a uno a uno: ma conoscendo il diametro della sfera e il passo reticolare del silicio, si può calcolare quanti atomi ci sono nella sfera. Occorrono atomi di silicio tutti uguali, e quindi le sfere sono fatte di solo silicio 28. Il nostro istituto, l’INRiM, è leader mondiale per quanto riguarda la misurazion­e del parametro reticolare del silicio. Altri istituti sono leader nella misurazion­e del diametro della sfera... Il nuovo sistema rafforza moltissimo la collaboraz­ione tra istituti».

E tra Paesi. Ecco: in questa riforma c’è lo spirito universali­stico di una rivoluzion­e, la Rivoluzion­e francese, per la precisione. Due anni dopo la presa della Bastiglia, l’Assemblea nazionale stabilì, nel 1791, l’assunzione di un’unica misura di lunghezza per tutti, il metro, in un tempo in cui le misure versavano nel caos. «All’epoca la definizion­e delle unità — conclude Callegaro — era legata al potere: per esempio, la iarda inglese corrispond­eva, almeno per la tradizione, alla lunghezza del braccio di re Enrico I. La Rivoluzion­e ha spezzato idealmente il legame col potere, definendo unità di misura di tutti e per tutti: si decise che la lunghezza del metro fosse un decimilion­esimo del meridiano terrestre dal Polo all’Equatore. In linea di principio chiunque può misurare la Terra, l’unità è universale. In un certo senso il chilogramm­o di oggi è un po’ come il braccio di Enrico I, un oggetto unico e irripetibi­le, quasi inaccessib­ile (viene utilizzato ogni trentina d’anni circa); se si altera o si distrugge l’unità di misura si perde. Ecco, questa nuova ridefinizi­one è il tentativo di sganciarsi da tutto ciò».

Ida Bozzi

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy