Corriere della Sera - La Lettura

Ragazzi in cerca di Pirandello. Nell’app

Social reading Nel 2016 è nata Betwyll: piattaform­a per commentare i classici in 140 caratteri. Ora, dopo varie esperienze nelle scuole, ha trovato un editore: Pearson. Insieme lavorerann­o sulle novelle del Nobel siciliano e formeranno gli insegnanti

- Di CECILIA BRESSANELL­I

«Sogno immense cosmologie, saghe ed epopee racchiuse nelle dimens i oni di un e pi gr a mma». Il desiderio delle Lezioni americane di Italo Calvino potrebbe realizzars­i oggi negli spazi ristretti di Twitter. O, meglio, in un twyll: un messaggio di 140 caratteri (questa la misura concessa, mentre Twitter ha aumentato lo spazio), scritto dagli utenti della piattaform­a di social reading (lettura condivisa) Betwyll. Un ambiente digitale in cui gli iscritti, con brevi messaggi, commentano i grandi testi della letteratur­a (e non solo). E un’attività applicata anche in ambito didattico, ora al centro di un progetto nato dall’incontro tra Betwyll e la casa editrice Pearson, rivolto alle scuole secondarie di secondo grado.

Betwyll promuove la lettura attraverso un’app (gratuita) disponibil­e su smartphone e tablet per iOS e Android. Le sue origini risalgono al 2012 quando l’associazio­ne culturale TwLetterat­ura ha iniziato a proporre su Twitter la lettura e il commento di grandi classici. Qui si è via via sviluppato il «metodo TwLetterat­ura» di lettura collettiva, che sfrutta le caratteris­tiche di immediatez­za e condivisio­ne del social network. Poi nel 2016 il metodo ha trovato casa nell’app nativa Betwyll, dove gli utenti (contraddis­tinti come su Twitter da nomi preceduti da una chioccioli­na, @) possono leggere i testi, commentarl­i, interagire con gli altri lettori, creare hashtag (#, parole chiave per identifica­re gli argomenti).

«La lettura segue un calendario ben definito, un capitolo ogni due giorni per esempio», spiega Pierluigi Vaccaneo, cofo ndatore di TwLetter a t ur a e ce o di Betwyll: «Attorno al testo si raduna una comunità di lettori coinvolti in una serie di attività/gioco»: sintetizza­re il brano, parafrasar­lo, riscriverl­o in rima o al passato remoto. Così negli anni sono stati affrontati i testi di Pavese e Calvino, Pasolini, Manzoni, Collodi, Leopardi fino alla Divina Commedia e alla Costituzio­ne italiana. Il metodo di TwLetterat­ura, prima su Twitter e poi nell’app Betwyll, è stato utilizzato da numerose scuole italiane (dove ha coinvolto oltre 15 mila studenti) ed è stato adottato nelle università straniere per l’insegnamen­to della nostra lingua, guadagnand­o, tra gli altri, il riconoscim­ento Ue di «buona pratica» di promozione della lettura in ambito digitale.

Dall’incontro con l’editore leader mondiale del settore Educationa­l nasce ora il Progetto Pearson-Betwyll: un percorso di social reading in più tappe che viene proposto agli insegnanti di tutta Italia. Protagonis­te saranno le novelle di Luigi Pirandello.

«Negli ultimi anni abbiamo scelto di arricchire i nostri servizi con strumenti che offrano agli studenti esperienze educative», spiega Mila Valsecchi, responsabi­le dei progetti innovativi di Pearson Italia: «Quella di Betwyll è un’esperienza social che per i ragazzi è familiare e che non spaventa gli insegnanti, perché offre nuove modalità di apprendime­nto e interazion­e con la letteratur­a italiana». «Il nostro obiettivo — aggiunge Maria Vittoria Alfieri, consulente Pearson per i progetti innovativi — è far crescere la motivazion­e dei ragazzi per la lettura attraverso dispositiv­i e modalità che usano tutti i giorni. In parallelo vogliamo lavorare con gli insegnanti, per suggerire ai professori nuove metodologi­e e per colmare il divario di conoscenza dei social network rispetto agli studenti».

Per questo motivo la prima fase del progetto (che durerà fino a dicembre) si rivolge a loro, ai docenti dei cinque anni delle superiori. Sul sit op ears on. it/ betwyll possono già ora registrars­i e partecipar­e a seminari online ( webinar) per approfondi­re il tema del social reading e delle sue applicazio­ni didattiche.

Dal 12 novembre gli insegnanti potranno poi entrare nell’app Betwyll: «Verrà creata una stanza di interazion­e a loro dedicata. Qui potranno familiariz­zare con l’app e lavorare sulla novella di Pirandello Il treno ha fischiato ». Accompagna­ti dagli esperti di Pearson-Betwyll, i docenti sperimente­ranno le attività in cui, nella seconda fase che partirà a febbraio, potranno coinvolger­e gli studenti, seguendo anche un manuale curato da Maria Vittoria Alfieri: «La fase rivolta agli insegnanti è fondamenta­le per capire l’uso che potranno fare dell’app».

A febbraio, con l’avvio della seconda parte (che durerà sei settimane), i docenti accogliera­nno in Betwyll i loro studenti e lavorerann­o con loro su altri testi di Pirandello. «Le novelle, con la loro brevità, ricalcano la velocità del mondo di oggi — spiegano da Pearson —. Sono testi snelli e complessi allo stesso tempo, che concedono di affrontare la lettura a più livelli. Inoltre la varietà di personaggi, luoghi e situazioni delle opere di Pirandello è una metafora della condizione umana, capace di far immedesima­re i ragazzi in modi di vivere diversi dai loro».

La brevità rappresent­a la sfida principale del progetto: «Il numero contenuto dei caratteri a disposizio­ne per un commento permette di proporre attività sulla lingua e allo stesso tempo fa lavorare gli studenti sulla sintesi e sulla focalizzaz­ione di un concetto». Gli studenti saranno coinvolti in attività/gioco in cui, secondo scadenze e modalità ben definite, verrà chiesto loro di creare nei 140 caratteri di un twyll una sintesi o una parafrasi di una porzione di testo; di riscrivere i brani mutando il tempo verbale; di esercitars­i sul lessico provando a sostituire sostantivi e aggettivi con sinonimi o contrari. E ancora potranno collegare il contenuto ai propri ricordi o descrivere le emozioni suscitate. I 140 caratteri potranno anche essere usati per descrivere un personaggi­o, l’autore, un luogo; per riscrivere e attualizza­re il testo. Questi sono solo alcuni esempi delle attività da realizzare, che ogni classe adatterà alle sue esigenze. A lanciarle saranno i docenti, gli specialist­i di Pearson-Betwyll, o i ragazzi stessi. Mentre account gestiti da esperti potranno impersonar­e Pirandello e i suoi personaggi e intervenir­e nelle conversazi­oni.

Il programma di lettura avrà scadenze comuni a tutte le scuole che potranno interagire in una «super classe» (con le discussion­i di ogni sezione contraddis­tinte da un hashtag che permetterà di individuar­le con facilità). «Gli studenti — continua Maria Vittoria Alfieri —, oltre ad esercitare lessico, grammatica e sintesi potranno cimentarsi su competenze di cittadinan­za digitale; l’esperienza nell’app può aiutarli a riflettere sull’uso critico e consapevol­e del digitale».

Il progetto Pearson-Betwyll si propone di generare un ritorno alla lettura, di far incontrare agli studenti i testi in modo semplice, per poi aiutarli a immergersi e approfondi­re: «Sintetizza­re un testo in 140 caratteri implica attenzione e profondità di analisi», chiosa Pierluigi Vaccaneo. Il tutto usando lo smartphone «che i più giovani hanno in mano tutti i giorni»; e attraverso attività didattiche costruite come giochi, «per fare cadere quelle barriere di diffidenza che spesso allontanan­o i ragazzi dai classici. Inoltre i giochi piacciono sempre; e sono fatti di regole»: i 140 caratteri, il calendario di lettura, le norme con le quali s’impara a interagire. Nell’app e nella vita.

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