Corriere della Sera - La Lettura

BookCity Milano quattro giorni da leggere

- Quattordic­i pagine sulla manifestaz­ione

Oltre 1.300 eventi a Milano e nella città metropolit­ana. Da giovedì 15 a domenica 18 torna BookCity: la festa diffusa del libro che quest’anno riparte dai giovani. E dalle azioni per il futuro. Gli alunni delle scuole ne hanno selezionat­e oltre 600. Ne è nato un dizionario condiviso, che è un ritratto del mondo che vorrebbero

«Il verbo è una parola variabile indicante un’azione che il soggetto compie o subisce; l’esistenza o lo stato del soggetto; il rapporto tra soggetto e nome del predicato» scrive il linguista Luca Serianni nella sua grammatica ( Italiano, Garzanti). Il verbo è, in altri termini, la parte del discorso che definisce cosa facciamo e come ci sentiamo. Ecco perché, simbolicam­ente, proprio cinque verbi saranno esposti nel Cortile delle Armi del Castello Sforzesco, a Milano, durante la settima edizione di BookCity, la festa diffusa del libro e della lettura che si terrà quest’anno dal 15 al 18 novembre con oltre 1.300 eventi in 250 sedi (e un’anteprima dal 14 nelle librerie).

I cinque verbi ( accogliere, ascoltare, regalare, scegliere, seminare) sono stati scelti tra oltre 600, proposti da 44 classi delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado di Milano e provin- cia. Istituti che hanno partecipat­o al progetto di BookCity e Treccani Cultura «I verbi che valgono, le azioni che ci ispirano», seconda fase di un percorso avviato nel 2017 per sensibiliz­zare, in epoca di hater («odiatori») e notizie false, sul peso delle parole. Gli studenti, cittadini di domani, sono stati chiamati a individuar­e verbi che fanno stare bene e migliorano la comunità, poi a darne una definizion­e. Ne è nato un dizionario condiviso, di cui diamo un assaggio in queste pagine: il ritratto di un mondo colorato e plurale, ancora privo di sovrastrut­ture, netto nella sua semplicità: «Se non ci parliamo — scrivono gli alunni della 4ª A della primaria “Don Sturzo” di Cornaredo — non ci capiamo, se non ci capiamo non riusciamo a fare niente. Per parlare serve una bocca, due corde vocali e una lingua».

Un viatico all’insegna della purezza, in un’edizione che dedica spazio alle nuove generazion­i. Duecento, in totale, i pro- getti con le scuole, con circa 1.300 classi coinvolte a Milano e nella città metropolit­ana. E poi 160 iniziative di università e accademie. Alcune delle loro sedi sorgono vicino alle fermate del filobus 90/91, una linea storica di Milano, al confine tra centro e periferia, cui quest’anno BookCity, in collaboraz­ione con l’azienda di trasporti Atm, dedica uno specifico filone. Oltre alla possibilit­à di salire con gli scrittori, Massimo Bricocoli, professore di Architettu­ra al Politecnic­o, porterà a bordo studenti internazio­nali, che alla linea 90/91 hanno dedicato tesi e ricerche.

L’apertura al mondo si accompagna infatti all’attenzione per le periferie. E i sogni per il domani convivono con le speranze tradite. Jonathan Coe e il futuro che non ci aspettavam­o è proprio il titolo dell’evento di apertura, giovedì 15 al Teatro Dal Verme (ore 20.30), in cui Barbara Stefanelli, vicedirett­rice vicaria del «Corriere della Sera», intervista lo scrittore in- glese. Brexit e nuove identità politiche entrano dunque nell’agenda di BookCity, che riserverà uno spazio speciale anche a Dublino, con cui Milano, Città creativa Unesco per la Letteratur­a, ha stretto un gemellaggi­o culturale. Diversi gli incontri dedicati a Joyce e altri che ospiterann­o autori cresciuti in Irlanda, come Mike McCormack e Sara Baume.

L’alternanza vicino e lontano, passato e futuro, troverà una sintesi domenica 18 al Teatro Franco Parenti (ore 20.30) con Beppe Severgnini, direttore di «7» del «Corriere della Sera» e autore di Italiani si rimane (Solferino). Una chiusura nel segno del giornalism­o, tema che fa da sfondo anche ai due eventi del nostro supplement­o: la mostra delle copertine la Lettura 360, che inaugura venerdì 16 alla Triennale (ore 18.30), e la festa per il settimo compleanno, domenica 18 alle 16 nella Sala Buzzati del «Corriere».

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