Corriere della Sera - La Lettura
«Collezionare è pregare» Rockefeller va all’asta
Isogni di Nelson Rockefeller non conoscevano limiti. Per la scrittrice Francine du Plessix Gray era un «cosmopolita mai soddisfatto, energico e vigoroso». La passione per l’arte, insieme alle infinite ambizioni politiche, fu una delle sue ragioni di vita. Quando si riferiva al mondo del collezionismo, Rockefeller (1908-1979) usava tre parole: amore, passione, estasi. Al centro dell’asta che Sotheby’s terrà a New York martedì 13 novembre, dal titolo Property from the collection of Nelson & Happy Rockefeller, c’è proprio la collezione di Rockefeller e della seconda moglie, Margaretta «Happy» Murphy, custode gelosa e determinata di un imponente
corpus artistico. L’asta è divisa in due parti. La prima, A
Modernist Vision, mette insieme oggetti d’arte e di design sign amati e acquistati da Rockefeller; la seconda, A Collecting cting
Legacy, si terrà il 18 gennaio e si concentra sugli interessi essi e i gusti della coppia, che spaziavano dall’arte moderna e contemporanea fino alle ceramiche cinesi, ai manufatti tti giapponesi e alle porcellana di Meissen, uno dei primi esempi europei di produzione di questo materiale. Rockefeller er — governatore dello Stato di New York per quattro mandati dati consecutivi, dal 1959 al 1973 e, dal 1974 al 1977, vicepresidente degli Stati Uniti nell’amministrazione del repubblicano Gerald Ford — invitò nel 1938 il celebre designer di interni Jean-Michel Frank a decorare il suo appartamento mento di Manhattan (il numero 810 di Fifth Avenue) con opere, e, tra gli altri, di Alberto Giacometti, Fernand Léger ed Henri Matisse. atisse. All’asta verrà battuta, per esempio, la Console del 1939, 39, commissionata a Giacometti da Frank, il cui valore di partenza è 700 mila-1 milione di dollari (600-800 mila euro). Per aggiudicarsi invece il tappeto realizzato da Christian Bérard bisognerà offrire, come prezzo iniziale, tra gli 80 e i 120 mila dollari (70-100 mila euro). L’olio su tela dipinto da Massimo Campigli, Le pettinatrici (1936), acquisito da Rockefeller nel 1949, vale almeno 200 mila dollari (175 mila euro). Insieme a questi lotti verranno vendute anche opere di Degas, Picasso, Henry Moore e Georg Kolbe. Rockefeller era il terzo dei sei figli di John Davison Rockefeller jr. e il nipote del cofondatore della compagnia petrolifera Standard Oil, John Davison Rockefeller, all’epoca forse l’uomo più ricco d’America. Da sua madre Abby Aldrich, grande collezionista e filantropa, Nelson ereditò la passione per l’arte. A lei si riferiva chiamandola «uno spirito libero». «L’arte è una religione. Collezionare è una forma di preghiera»: Nelson Rockefeller amava citare questa frase dello scrittore britannico Cyril Connolly, quasi un testamento della sua vita di sognatore.