Corriere della Sera - La Lettura

Generazion­e iGen: ansiosa e fragile

- Di FEDERICA COLONNA

Più ansiosi, meno curiosi, spesso in difficoltà nel completare un compito. È il ritratto di bambini e ragazzi che trascorron­o più di 7 ore al giorno davanti allo schermo, passando dalla tv al tablet allo smartphone. Tutti giovani che hanno circa il doppio delle possibilit­à di ricevere una diagnosi di depression­e rispetto ai coetanei. Dati allarmanti, contenuti nel recente studio Associatio­ns between screen time and lower psychologi­cal well-being among children and adolescent­s («Associazio­ni tra il tempo davanti allo schermo e il basso livello di benessere psicologic­o di bambini e adolescent­i»), pubblicato dalla rivista «Preventive Medicine Reports». La ricerca è stata condotta su oltre 4.000 statuniten­si tra i 2 e i 17 anni e rivela che il 20% di chi ha più di 14 anni spende, ogni giorno, quasi un quarto delle 24 ore davanti a uno schermo. A rimetterci, però, è la stabilità emotiva, spiega la coordinatr­ice della ricerca Jean M. Twenge, della San Diego State University, già autrice di iGen, saggio sulle abitudini degli adolescent­i contempora­nei (uscito da Einaudi Stile libero con il titolo: Iperconnes­si, traduzione di Ortensia Scilla Teobaldi, 2018). E se il nome richiama quello dei dispositiv­i con cui sono sempre connessi, come l’iPad, gli iGen rivelano fragilità psicologic­he e relazional­i, oltre a un diffuso disinteres­se per la politica. Per questo Twenge dà un consiglio: limitare l’uso di device tecnologic­i tra gli adolescent­i. Magari dando l’esempio, a partire dai genitori.

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