Corriere della Sera - La Lettura
No, domani non è un altro giorno
Sasha attraversa Parigi con il folle desiderio che qualcuno le voglia bene. È un po’ Rossella O’Hara, ma il futuro non viene mai. Ed è un po’ Jean Rhys, la sua autrice, tramortita dagli stessi sogni. Un testo per ragazze di ogni età
Non per tutte le donne la soglia dei quarant’anni è il tramonto, non per le ragazze. E ragazza è Sasha, protagonista di Buongiorno, mezzanotte di Jean Rhys (traduzione di Miro Silvera, Adelphi), così simile all’autrice stessa che sognava di diventare attrice, riuscendo a ottenere null’altro che ruoli da ballerina di fila, che scrisse quattro romanzi senza particolare successo (doveva aspettare trent’anni, Il grande mare dei Sargassi, uscito nel 1966). Emarginata, caduta in povertà dopo la morte del padre, Jean Rhys si ostina a scrivere, e qui scrive di Sasha.
Poco importa quanto Sasha corrisponda a Jean. Che sia Sasha, Luc y, Mary, Jean (pseudonimo di Ella Gwendolen), quella ragazza, la sua perenne condizione di candore, parla a tutte.
Sasha ha perso amore, soldi, dignità, un bambino, il bambino. Cosa le rimane del tempo passato? La pelliccia grazie alla quale qualcuno la scambia per ricca. Quando invece è povera — quasi povera — e vive in una squallida stanza d’albergo, conducendo un’esistenza prevalentemente notturna. Entrare e uscire dai locali. Sedersi con estranei, parlare, piangere. Tornare in albergo, incontrare sul pianerottolo il vicino, forse un commesso viaggiatore, un uomo dall’apparenza minacciosa. Chiudersi dentro, e non uscire più. Luminal per dormire.
Nelle mani di un altro scrittore, materiale simile avrebbe dato vita a un romanzo disperato. Nelle mani della Rhys diventa felicità a tratti, giovinezza. Merito della protagonista.
Cos’ha Sasha di speciale? La capacità di uscire da sé stessa, e volteggiare nel tempo: di nuovo ventenne, dodicenne, ricca, ricchissima, amata. Basta tingersi i capelli di biondo, indossare la pelliccia, et voilà. «Sono salva, all’asciutto, ripescata, quasi annegata, fuori dal fiume scuro e profondo, gli abiti in ordine, i capelli puliti, la messa in piega fatta», dice. Dove il fiume è il momento in cui ha perso ogni cosa, a cominciare da Enno, l’uomo che amava, e che un giorno è sparito.
E se l’amore ha bisogno di due protagonisti, in assenza di uno, i personaggi di Buongiorno, mezzanotte non sono altro che moltiplicazioni di Sasha e di Enno, quasi che l’amore vero sia uno sol- permane nei luoghi più squallidi, e nei ricordi più atroci: «Come può un neonato essere così bello, così pallido, così silenzioso?», si domanda Sasha. E poi: «Lui è lì, giace con un biglietto legato al polso, perché è morto», quasi che a farlo cadavere sia unicamente il biglietto. Così a rendere ricchi è la pelliccia. E giovani. Cosa rende giovani, Sasha?
I residui di giovinezza, il segreto è saperli cogliere.
I soldi mancano, ma possono tornare. Non esiste risparmio, né preoccupazione del giorno dopo.
Spensieratezza, leggerezza — eccoli, i residui.
La protagonista vive la magia di un’innocenza perpetua, a dispetto di luoghi e persone.
«Le lunghe, serene giornate azzurre che durano un’eternità, che ancora durano». Poi di colpo: «Il domani non viene mai».
Qui il domani non è un altro giorno. Eppure quella figurina errante per Parigi è pur sempre Rossella O’Hara. La stessa ostinazione, desiderio, folle desiderio di essere amata. Prendete Rossella O’Hara e toglietele il vestito bianco. Prendete Rossella O’Hara e fatela invecchiare.
Sasha — Jean, Rossella — si rimira negli specchi, nelle vetrine dei negozi. Il suo è lo sguardo della folla ora spietata, ora compassionevole. Ora nemica, ora amica che tende la mano per tirarla fuori dal fiume. Allora il gesto d’amore lasciato in sospeso (dall’uomo appena conosciuto, più indietro da Enno, più indietro ancora dal padre) può essere port a t o a c o mpi me n t o d a l n e mi c o i n agguato nella stanza accanto, il commesso viaggiatore. Amore è chiunque.
Buongiorno, mezzanotte è il canto di ciò che si perde crescendo, e di ciò che non si perderà mai. Psichedelico, disperato, speranzoso, candido, è il romanzo che dovrebbero leggere le ragazze, ovvero tutte noi, considerato che la giovinezza è uno stato della mente, e crescere un fatto accidentale.