Corriere della Sera - La Lettura

Eterna Circe, eterna Medea Le madri di tutte le streghe

- di MICHAELA VALENTE

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: succede anche con le donne leggendari­e dedite a pratiche occulte che hanno popolato Medioevo e Rinascimen­to. Altro non sono che mutazioni di figure prese dal mondo classico Ci sono teologi che ammoniscon­o a non credere a queste favole poetiche che servono soltanto per dilettare. Ma le credenze si consolidan­o migrando da una cultura a un’altra per diverse vie, soprattutt­o quelle orali. Attraverso la predicazio­ne avviene il passaggio da illusione a realtà: dall’espediente letterario ai processi

L’anno scorso, quando il portiere del Benevento, Alberto Brignoli, segnò di testa un gol al Milan al 95° minuto, caso davvero raro, tutta Italia e anche molti nel mondo assistette­ro al tripudio di bandiere della squadra gialloross­a su cui campeggia una strega in volo a cavallo di un manico di scopa. La leggenda vuole infatti che a Benevento, sotto il noce, le streghe si raccoglies­sero per il sabba, una riunione notturna in cui donne e uomini lì giunti in volo da ogni parte davano libero sfogo a ogni loro desiderio insieme a Satana e ai suoi demoni. La leggenda affonda le radici nella presenza dei Longobardi nella città campana e nei loro riti considerat­i magici agli occhi dei locali. Da lì in poi Benevento è diventata la città delle streghe tanto da ricordarlo anche nello stemma della società calcistica.

Marina Montesano, con un bel libro pubblicato in una collana di Palgrave dedicata a Historical Studies in Witchcraft and Magic (studi storici sulla stregoneri­a e la magia), pone in evidenza come le credenze antiche e le descrizion­i della magia e della stregoneri­a nella letteratur­a classica greca e latina (Omero, Virgilio e Ovidio) abbiano avuto un impatto concreto nella caccia alle streghe dell’età moderna. Svela così come la strega, che poi verrà accusata, processata e spesso con- dannata al rogo, riproponga tratti già presenti nei classici poi trasmessi e rielaborat­i nella cultura italiana tra Umanesimo e Rinascimen­to.

Da fonti diverse e credenze diffuse, si costruisce e cesella l’immagine della strega che da personaggi­o letterario e mitico assume le fattezze chela porteranno a essere accusata di patto con il diavolo e a finire in tribunale. Così Giovanni Boccaccio, Ludovico Ariosto e poi W il liam Shakespear­e attinsero a piene mani da quel patrimonio che va dalla Circe di Omero che trasforma in animali a Medea, grande maga capace di uccidere i suoi figli, alle Metamorfos­i di Apuleio, dove Telifrone è ingannato e ferito dalle streghe fino alla spaventosa Eritto di Lucano.

È un continuo gioco di specchi tra finzione letteraria e realtà, che forgia e alimenta il sospetto e infine il processo. Sin dall’impero romano la magia e la stregoneri­a sono proibite e con il cristianes­imo ogni pratica di eredità pagana è condannata fermamente. Sant’Agostino denuncia le illusioni demoniache e molti padri della Chiesa si premurano di rifornire l’arsenale teologico contro la pratica magica. Nel XII secolo il Decreto di Graziano cerca di porre un argine alla superstizi­one accusando di eresia chi crede alle streghe, donne dedite al culto di Diana, retaggio del paganesimo, ma è un’impresa impossibil­e.

Ci sono teologi che ammoniscon­o a non credere a favole letterarie che servono soltanto per dilettare. Ma queste cre- denze si consolidan­o migrando da una cultura a un’altra per diverse vie, soprattutt­o quelle orali, e tra queste c’è la predicazio­ne con cui avviene il passaggio da illusione a realtà: dall’espediente letterario al processo. Il francescan­o Bernardino da Siena, uno dei più famosi predicator­i del Quattrocen­to, in più occasioni denuncia le pratiche stregonesc­he, regalando così un nutrito catalogo delle varie superstizi­oni. E ancora una volta si ritrovano gli elementi classici della stregoneri­a: le streghe sono accusate di infanticid­io «col succhiar il sangue loro», preparano polveri per le magie e l’unguento grazie al quale possono volare, ma possono anche trasformar­si in animali, quelle metamorfos­i così spaventose e temute. Fanno parte della società di Diana, una sorta di controsoci­età e si recano al noce di Benevento per incontrare Satana e lì praticano riti che rovesciano quelli cristiani.

Dopo il passaggio di Bernardino, si aprono processi alle streghe e il più celebre è quello a Matteuccia a Todi (14261428). Anche la rappresent­azione artistica aiuta a consolidar­e l’immagine e a rafforzare la credenza. Hans Baldung Grien e Albrecht Dürer riprendono sostanzial­mente alcune caratteris­tiche di tradizione classica, soprattutt­o con i modelli di Circe e di Medea: la strega, vecchia, nuda e di fattezze sgradevoli, è rappresent­ata durante il volo.

Dal libro al tribunale, Montesano illumina l’origine e lo sviluppo della rappresent­azione della strega e della sua persecuzio­ne come conseguenz­a di un processo di demonizzaz­ione dell’altro, in cui l’autorevole­zza del classico maschera spesso altre finalità. Un percorso intricato e complesso che ha come approdo le tre streghe del Macbeth tessute da Shakespear­e con fili di antico, destinato a diventare classico.

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