Corriere della Sera - La Lettura

2018, l’anno peggiore dei gas serra

- Di FRANCESCA BASSO

Il legame tra energia e geopolitic­a sta diventando sempre più complesso. Rispetto al passato si è aggiunta una variabile in più: l’ambiente inteso come cambiament­o climatico. Il global warming non è una scoperta di adesso, ma ora è un’urgenza che spinge i Paesi a cambiare il modo di produrre energia. Almeno a parole. Domani, lunedì 3 dicembre, si apre a Katowice — in Polonia, dove il carbone è la fonte energetica principale — la Conferenza sul c l i ma del l ’ Onu, l a Cop 2 4 , c he ha l’obiettivo di adottare provvedime­nti concreti per attuare gli impegni politici presi a Parigi nella Cop 21.

Mantenere la crescita della temperatur­a media globale al di sotto di due gradi centigradi, entro la fine del secolo, non sarà facile. Specie considerat­e le premesse. La Conferenza di Parigi sembrò un successo, poi la defezione degli Usa di Donald Trump, che sono il secondo «produttore» mondiale di anidride carbonica dopo la Cina, ha mostrato i limiti dell’accordo. Ma anche in altri Paesi la transizion­e energetica dalle fonti fossili alle rinnovabil­i subisce rallentame­nti. Se si guarda l’Europa, mettendo da parte la Polonia e alcuni Paesi dell’Est, colpisce che nella verde Germania il carbone stia godendo di ottima salute, garantita dal basso prezzo che continua a mantenerlo molto convenient­e.

La situazione è stata spiegata bene a «la Lettura» dal direttore dell’Agenzia internazio­nale per l’Energia (Iea), Fatih Birol, in occasione della presenta- zione del World Energy Outlook 2018, lo studio che anticipa le tendenze nel mondo dell’energia. «Il 2018 sarà l’anno che registrerà il maggiore incremento di emissioni a livello globale», ha detto Birol, aggiungend­o che «solo se mandiamo in pensione gli impianti a carbone abbiamo una speranza di raggiunger­e i target di Parigi. Oggi gli impianti a carbone sono responsabi­li di un terzo delle emissioni». Ma soprattutt­o «c’è un décalage tra gli obiettivi ambientali, i target climatici e quello che sta accadendo nel mercato dell’energia». A Katowice i Paesi tenteranno di colmare il ritardo, acuito dalla ripresa economica mondiale.

L’Italia in questo ambito è tra i Paesi più virtuosi, la quota di energie rinnovabil­i sulla domanda di energia elettrica italiana nei primi nove mesi del- l’anno è stata pari al 36,3%, superando i target proposti dall’Unione europea, che comunque nel suo insieme rappresent­a una delle punte più avanzate a livello mondiale per gli obiettivi energetici. Secondo le previsioni dell’Iea la quota di rinnovabil­i nel mix globale energetico passerà dal 25% attuale a oltre il 40% nel 2040, anche se il carbone resterà la risorsa principale, seguita dal gas.

Dieci anni fa l’Unione europea era il secondo maggior consumator­e dopo gli Stati Uniti, ora è il terzo. Nel 2040, in piena transizion­e energetica, sarà il quinto, dietro a Cina, Usa, India e Africa. È evidente che gli equilibri sono cambiati e senza un accordo globale stringente la buona volontà dei singoli non sarà più sufficient­e.

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