Corriere della Sera - La Lettura
Burne-Jones, Friedrich e Palizzi sognano di decuplicare la base d’asta
ALondra, l’11 e il 12 dicembre, da Christie’s e Sotheby’s va all’asta la grande pittura dell’Ottocento. Una coincidenza o, più probabilmente, il segno di un rinnovato interesse del pubblico, dei collezionisti e del mercato dell’arte per Preraffaelliti, Macchiaioli e Romantici. Nel 120° anniversario della morte di Edward Burne-Jones (1833-1898) Christie’s — martedì 11 — mette all’asta 28 sue opere, sogni romantici, vie di fuga dalla rivoluzione industriale e dal capitalismo britannico. «Negli ultimi anni — spiega Harriet Drummond, responsabile Disegni e acquerelli britannici per Christie’s — il mercato dell’arte ha ricominciato ad apprezzare Burne-Jones. Lo dimostra Love in the Ruins che ha superato tre record d’asta raggiungendo nel 2013 la cifra di 14.845.875 sterline, la più alta per una sua opera». Il 12 dicembre, da Sotheby’s, sarà invece la volta di due paesaggi del pittore
tedesco Caspar David Friedrich (17741840): vista la rarità (una sua opera non andava all’asta da una dozzina di anni), le stime sono altissime (2-3 milioni di sterline). Nel catalogo c’è un’altra sorpresa: l’Arca di Noè di Filippo Palizzi (1818–1899), versione di Dopo il diluvio, tela che si trova oggi al Museo di Capodimonte e che fu acquistata da Vittorio Emanuele II all’Esposizione Universale di Parigi del 1867. Stima di partenza: tra 342 mila e 570 mila euro. Il sogno, però, è di moltiplicare la base d’asta e toccare i numeri che Sotheby’s aveva raggiunto con i braccianti ritratti da Telemaco Signorini nell’Alzaia (1864), battuto nel 2003 per 4 milioni di euro, dieci volte la quotazione iniziale.