Corriere della Sera - La Lettura

Così Pablo Uribe cambia il museo

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Il museo è al centro di uno degli interventi artistici più radicali degli ultimi anni, in termini di «riscrittur­a» di un luogo, di un’istituzion­e. Per la mostra Aquí soñó Blanes Viale ( Qui sognò Blanes Viale) al Museo nacional de artes visuales di Montevideo (fino al 3 marzo, mnav.gub.uy) l’uruguaiano Pablo Uribe (1962) è partito dall’idea di una retrospett­iva del suo lavoro e l’ha dilatata fino a trasformar­la in una riflession­e sul concetto di realtà museale e sulla costruzion­e dell’identità nazionale (sopra: Prueba de cielo I, 2001). Ha utilizzato così un centinaio di opere del deposito — dipinti soprattutt­o, ma anche disegni e sculture — per realizzare imponenti collage, ha mescolato opere false e autentiche, ha usato tutti i tipi di tecniche disponibil­i (dal restauro al video) e ha modificato la stessa struttura dell’edificio per valorizzar­e, ma anche per mettere in discussion­e, il locus per eccellenza dove le società preservano, per ammirarla, la propria memoria. (riccardo boglione)

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