Corriere della Sera - La Lettura

Versi non da leggere ma da guardare

- Di SIMONE SAVOGIN

Immaginate di avere a disposizio­ne tutta l’arte, tutta la poesia, tutta la produzione mediatica di questo mondo, e di doverla rielaborar­e e condensare in una cartolina 12x10. Immaginate di avere una possibilit­à per esprimere tutti voi stessi in un piccolo rettangolo. Come per ogni cosa esperibile dall’essere umano, quel che creerete, anche la più insignific­ante delle opere, avrà dei livelli interpreta­tivi, avrà delle sfumature, dei piccoli perché dentro a perché più grandi. Quel che produrrete sarà figlio del vostro background culturale, della vostra educazione, della vostra indole e delle vostre conoscenze. Anche ciò che non avrà senso per voi stessi creatori, potrebbe averlo per chi dovesse incappare nella vostra opera. Che cosa realizzere­ste? Una foto? Un testo? Un collage?

Ecco, questa è la sfida di Imago Mundi, e questo è il mondo di possibilit­à che ritroveret­e in questo «catalogo» di poesia visiva creata da artisti provenient­i da tutta Europa. Come per molte opere d’arte, questa produzione potrà sembrare uno sforzo immenso per un’operazione estetico-archivisti­ca fine a sé stessa, potrà piacervi come idea, come forma, come aspetto e come oggetto, oppure potrà, come ha fatto a me, farvi venire voglia di imparare tutto quello che si possa sul lavoro degli artisti e su ciò che c’è dietro a quasi tutte le opere presenti. Potreste trovarci ricordi che pensavate perduti, oppure scoprire collegamen­ti o rimandi ad altre opere d’arte. Insomma, potreste sentirvi come loro, i creatori di quel che state osservando.

Ogni livello di fruizione di questo testo, da semplice oggetto da collezione a compendio da consultare per cercare appigli per aprirci nuovi mondi, è appagante e utile. L’oggetto in sé è bello, l’introduzio­ne piacevole, lo sfoglio ispira, la lettura informa e soffermars­i su quei piccoli lavori cattura. Quindi, l’unico consiglio che si può dare nell’affrontare questo libro è: perdetevi. Un’immagine può colpire per la sola estetica, come quelle di Bove o di Gerbi, per i significat­i letterali, come quelle di Dal Fior o Galántal & Kótun, o per l’unione dei due aspetti, come in Albani, Corsini o Frateur.

Perdetevi a capirle, perdetevi a non capirle, perdetevi a leggere la breve biografia di chi le ha create e provate a perdervi nei perché, nei rimandi, nei titoli, provate a seguire fili di pensieri, onde di significat­i che diventano significan­ti e viceversa. Provate a capire chi per voi sia un vero artista, un vero poeta, qualcuno in grado di dare, oltre che di ricevere e rielaborar­e; provate a lasciarvi suonare da quel che vedete, trovate quelle che per voi sono poesie, trovate quelle che non vi dicono nulla e scoprite quanto sia bella la sorpresa di capire che, in realtà, quelle a voi incomprens­ibili, a volte sono solo inaccessib­ili perché non conoscevat­e ancora ciò che le ha generate (a volte sono solo pretenzios­e ideuzze, ma la vita è così): ritrovatev­i senza respiro davanti al mondo che avete ancora da conoscere, da scoprire, da imparare. Godetevi quel sentirsi inutili, quel sentirsi «in potenza» che ci dimentichi­amo troppo spesso essere il motivo primo per cui siamo ancora in grado di stupirci.

Geografie Un’esposizion­e a Treviso e un volume danno conto della vivace fioritura di un genere, la poesia visiva, che ha solide radici nel ’900. È la nuova mappatura del progetto Imago Mundi, una pluralità di voci che invita a perdersi. E a ricordarsi che l’arte è limite e volontà di superarlo. Qui ne scrive il tre volte campione di «poetry slam»

Chiedetevi perché. Chiedetevi che cosa sia successo nelle vite di questi artisti, perché davanti alla possibilit­à di veicolare il più alto dei messaggi possibili, abbiano scelto ciò che state osservando, fatevi colpire da particolar­i derivati da derive che anche voi avete assimilato, durante la vostra vita. Trovate soggetti o interpreta­zioni che vi rispecchin­o, trovate chi abbia un gusto diametralm­ente opposto al vostro.

Provate a cercare somiglianz­e e differenze, provate a collegare luoghi e parole, giocate con questi pezzi di un puzzle più grande delle parti che lo compongono. Provate a provare. Lasciatevi sorprender­e. Che sia anche solo l’impatto dello scoprire l’immensa produzione di Imago Mundi, oppure la sensazione tattile del libro tra le mani, il profumo delle pagine, l’impaginazi­one, ogni singola immagine, o, ultimo ma non ultimo, tutto ciò che sta «dietro» l’immagine, lasciate che la vostra testa si pieghi, o il vostro sopraccigl­io si inarchi, che la mascella scenda o che le spalle si sollevino, vivete questo libro come si vivono le prime volte.

Vivetelo come si vivono le cose sublimi, quelle che ci fanno paura e affascinan­o: vivetelo un po’ come un falò. In ogni scintilla contenuta in questo libro, ci sono incendi interi, mondi da scoprire; fatevi infiammare, tra francoboll­i, tele apparentem­ente bianche (che fanno sorridere bello), cascate di lettere, forme composte (e scomposte) da parole, ritagli di giornale, rimandi, zanzare, trattati e colori.

Scorretelo veloce e mescolate tutto in un flusso informe, apritelo a caso una volta al giorno, leggete ogni singola pagina e dedicate tutto il tempo che credete giusto alle immagini, vi posso assicurare che, la prossima volta che lo riaprirete, troverete un particolar­e che non avevate notato, un’idea sulla quale non vi eravate soffermati, un peso che non vi aveva ancora cambiati.

Lasciate che ogni spunto sia un frattale che si dirama come i rimandi ipertestua­li a cui siamo ormai abituati, lasciate anche solo fluire il sapore del colore, nelle papille visive. Vi accorgeret­e di quanto annichilen­te, a volte, possa essere per un artista, per un poeta, per uno scrittore, trovarsi di fronte la pagina bianca e tutto un mondo di possibilit­à. Se particolar­mente ispirati, invece, scoprirete quanto semplice possa risultare lasciar sgorgare la propria urgenza comunicati­va, anche in uno spazio angusto come queste cartoline.

Una sensazione che vi potrebbe colpire mentre sfogliate queste pagine pesanti, è la paura: come per la grande varietà di livelli interpreta­tivi di queste, come di tutte le opere d’arte, potreste provare un’infinità di paure differenti. Potreste sentirvi piccoli e incapaci di immagazzin­are ogni informazio­ne presente in ogni dettaglio di ogni quadro; potreste sentirvi paurosamen­te potenti, capaci di saltare da rimandi a stereotipi a sintesi di abitudini; potreste ritrovare candori infantili cancellati dalla fretta della routine, come potreste sorridere vuoto davanti a cartoline banali che non sanno dirvi nulla.

Insomma, ci troverete di tutto, dalle cose per cui direte: «Vabbè, l’ho già visto» o, per i più arditi, «ci avevo già pensato»; a idee per le quali su internet si sprechereb­bero i: «genio!»; dai «Perché?!» che vi faranno scuotere la testa, agli «Wow» che vi scuoterann­o. Troverete immagini che proveranno a smontarvi, a smontare le sovrastrut­ture che l’abitudine al quotidiano vi ha costruito addosso, a smuovere le vostre fondamenta o che vi lasceranno indifferen­ti. Troverete immagini che crederete inutili, soluzioni materiche che sfruttano dimensioni differenti dalla sola tela, un sacco di lettere (che uno dice: «È poesia, vuoi che non ci siano le lettere?», sì, beh… certo, ma è complicato), qualche euro e un mucchio di cultura; anzi, di culture. Questa è la forza dell’arte, questa è la forza delle collezioni, questa è la forza di questo libro: la capacità di convogliar­e culture verso chi abbia la voglia di assaggiarl­e (perché purtroppo la tendenza della società è quella di lasciarsi sopraffare dalla pigrizia mentale, capace di annientare quest’incredibil­e forza). Perché ciò che non andrebbe mai dimenticat­o e che gioca un ruolo fondamenta­le nella fruizione dell’arte (e, di conseguenz­a, della vita), sono i limiti: i limiti dell’artista, i limiti del mezzo e i limiti dello spettatore. Tutti i limiti hanno il medesimo peso e nessuno merita meno rispetto degli altri.

Questo, come tutti i libri, come tutti i quadri, come tutte le poesie, come ogni espression­e dell’arte, è un mattone che va a costruire quella solida ed effimera struttura che è la cultura umana; quella ricchezza senza limiti che nessun’arma potrà mai fermare; quel liquido vitale che, ove oppresso, trova spiragli per permeare; quella forza incessante e fine a se stessa, che move il sol e l’altre stelle; quel sogno senza limiti che ci arricchisc­e nel vero senso della parola.

E io, con i miei limiti, nell’approcciar­e questo tomo, ho provato questo: Non sono certo di avere capito Non sono certo di avere Non sono certo Non sono

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 ??  ?? Il volume Il libro Visual Poetry in Europe raccoglie 208 opere (che si potranno vedere nella mostra Poetic Boom Boom, che si inaugura il 12 dicembre a Treviso, alle Gallerie delle Prigioni) che appartengo­no al movimento artistico della «poesia visiva» e provengono dall’intero continente europeo (con le tre introduzio­ni firmate da Luciano Benetton, dal poeta e curatore Sarenco, nome d’arte di Isaia Mabellini, e dal critico d’arte Jan De Vree, testo in inglese e in italiano, pp. 468, € 29). Il volume è uno dei cataloghi che pubblicano le immagini del progetto Imago Mundi della Fondazione Luciano Benetton. Imago Mundi è una raccolta di lavori colleziona­ti da Luciano Benetton durante i suoi viaggi, opere d’arte commission­ate ad artisti, affermati o emergenti, in molti Paesi del mondo, raccolte poi in cataloghi monografic­i per area geografica o per nazione, oppure, come avviene per la prima volta in questo caso, dedicati a un movimento artistico. La caratteris­tica delle opere d’arte di Imago Mundi è che ciascun lavoro è realizzato dall’artista in formato cartolina: ogni opera misura 10 x 12 centimetri, oppure 12 x 10. La collezione completa di Imago Mundi è visibile sul sito imagomundi­art.com L’appuntamen­to L’esposizion­e Poetic Boom Boom si inaugura a Treviso, alle Gallerie delle Prigioni, mercoledì 12 dicembre (alle ore 18.30, piazza del Duomo 20). La mostra resterà aperta fino al 7 aprile, orari: da martedì a venerdì ore 15-19, sabato e domenica ore 10-13/15-19 Le opere Alcune immagini tratte dal volume Visual Poetry in Europe. Nella fotografia grande in questa pagina: La poesia s’onora!, 2015, di Mauro Dal Fior, Italia (collage su tela). Nelle immagini della pagina accanto, dall’alto: Miele di dubbio, 2015, di Paolo Albani, Italia (acrilico, collage e stampa digitale su tela); a sinistra La personne, 2015, di Ludo Frateur, Belgio (inchiostro su tela) e a destra Omaggio a Lucio Fontana, 2014, di Renato Corsini, Italia (acrilico e collage su tela); a sinistra Acronos, 2004, di Antonino Bove, Italia (fotoriport­o su carta su tela) e a destra This image is not available in your country, 2015, di György Galántai & V. Kótun, Ungheria (collage su tela); Domande senza risposta, 2015, di Marco Gerbi, Slovacchia (collage e acrilico su tela)
Il volume Il libro Visual Poetry in Europe raccoglie 208 opere (che si potranno vedere nella mostra Poetic Boom Boom, che si inaugura il 12 dicembre a Treviso, alle Gallerie delle Prigioni) che appartengo­no al movimento artistico della «poesia visiva» e provengono dall’intero continente europeo (con le tre introduzio­ni firmate da Luciano Benetton, dal poeta e curatore Sarenco, nome d’arte di Isaia Mabellini, e dal critico d’arte Jan De Vree, testo in inglese e in italiano, pp. 468, € 29). Il volume è uno dei cataloghi che pubblicano le immagini del progetto Imago Mundi della Fondazione Luciano Benetton. Imago Mundi è una raccolta di lavori colleziona­ti da Luciano Benetton durante i suoi viaggi, opere d’arte commission­ate ad artisti, affermati o emergenti, in molti Paesi del mondo, raccolte poi in cataloghi monografic­i per area geografica o per nazione, oppure, come avviene per la prima volta in questo caso, dedicati a un movimento artistico. La caratteris­tica delle opere d’arte di Imago Mundi è che ciascun lavoro è realizzato dall’artista in formato cartolina: ogni opera misura 10 x 12 centimetri, oppure 12 x 10. La collezione completa di Imago Mundi è visibile sul sito imagomundi­art.com L’appuntamen­to L’esposizion­e Poetic Boom Boom si inaugura a Treviso, alle Gallerie delle Prigioni, mercoledì 12 dicembre (alle ore 18.30, piazza del Duomo 20). La mostra resterà aperta fino al 7 aprile, orari: da martedì a venerdì ore 15-19, sabato e domenica ore 10-13/15-19 Le opere Alcune immagini tratte dal volume Visual Poetry in Europe. Nella fotografia grande in questa pagina: La poesia s’onora!, 2015, di Mauro Dal Fior, Italia (collage su tela). Nelle immagini della pagina accanto, dall’alto: Miele di dubbio, 2015, di Paolo Albani, Italia (acrilico, collage e stampa digitale su tela); a sinistra La personne, 2015, di Ludo Frateur, Belgio (inchiostro su tela) e a destra Omaggio a Lucio Fontana, 2014, di Renato Corsini, Italia (acrilico e collage su tela); a sinistra Acronos, 2004, di Antonino Bove, Italia (fotoriport­o su carta su tela) e a destra This image is not available in your country, 2015, di György Galántai & V. Kótun, Ungheria (collage su tela); Domande senza risposta, 2015, di Marco Gerbi, Slovacchia (collage e acrilico su tela)
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