Corriere della Sera - La Lettura

Il paesaggio ritrovato del principato di Monaco

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«Il mondo sta cambiando sotto i nostri occhi. In mezzo a mille problemi, come i mutamenti climatici che spaventano l’intero pianeta, inevitabil­mente deve modificars­i anche l’architettu­ra e la sua capacità progettual­e. Lo Studio Fuksas ha voluto lanciare un simbolico guanto di sfida mentre il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si ritira clamorosam­ente dagli accordi di Parigi sul clima. Vogliamo dimostrare la concreta possibilit­à di realizzare un progetto sostenibil­e, capace di restituire verde, di “parlare” col mare ma di organizzar­e anche spazi di vita: il commercio, la cultura, il tempo libero, lo stesso traffico automobili­stico. Non è un’utopia, si può fare...».

Massimilia­no Fuksas ama, per temperamen­to, le scommesse e spesso i confronti polemici, stavolta persino con Donald Trump e con le sue discusse posizioni anti-ecologiste, nelle stesse ore in cui in Polonia si contano i danni della crisi ambientale. L’architetto è nel suo studio romano di piazza Monte della Pietà, nel cuore della Roma cinquecent­esca, e ha di fronte a sé le immagini e filmati del progetto del suo studio, fresco vincitore di un concorso internazio­nale: porta la firma di Massimilia­no e Doriana Fuksas con Alexis Blanqui e con il paesaggist­a Jean Mus. Si tratta della completa ristruttur­azione del Centro commercial­e di Fontvieill­e, nel cuore del principato di Monaco, proprio sotto la Rocca col Palazzo dei Principi, di fronte alla scogliera della Teté de Chien, accanto al Giardino esotico. Soprattutt­o c’è il mare, ovvero la Costa Azzurra, un incanto estetico e — nello stesso tempo — un brand planetario. Costa Azzurra è da sempre sinonimo di bellezza, di tempo libero, di ricchezza.

Ma dove sarebbe la grande «novità ecologica» del progetto Fuksas per un Centro commercial­e? «La committenz­a, ovvero lo stesso principato, ha richiesto una radicale revisione del Centro, ora ospitato in un vecchio fabbricato commercial­e della fine del Novecento. Si tratta di un manufatto oggettivam­ente non bello, molto “costruito” e di forte impatto visivo. Per di più è complice di una completa chiusura verso il bene più prezioso di questo magico luogo, ovvero il mare. Siamo partiti da un presuppost­o completame­nte diverso: ricostruir­e, sì, ma il paesaggio. Cioè restituire verde e natura. Riaprire il dialogo e il contatto con il mare, quindi con il porto di Fontvieill­e. Nascerà un intero ettaro di nuovo parco. Credo che sarà lo spazio verde più caro del mondo, visti i prezzi di Monaco per metro quadrato. Il principato avrebbe potuto sfruttare economicam­ente l’area, che è edificabil­e, e realizzare altri grattaciel­i, incidere ancora e di più sull’ambiente. Si è

Uno dei luoghi più eleganti e più ricchi del pianeta ha affidato a Massimilia­no Fuksas un radicale intervento di ristruttur­azione del Centro commercial­e di Fontvieill­e. Spiega l’architetto: «Abbiamo capovolto il senso del fabbricato esistente, un vecchio edificio della fine del Novecento oggettivam­ente non bello e soprattutt­o chiuso. Abbiamo proposto di ricostruir­e, sì, ma di ricostruir­e il paesaggio, di restituire verde e natura, di riaprire lo sguardo al bene più prezioso, cioè il mare». Perché, aggiunge, «la progettazi­one, oggi, deve tendere a rarefarsi, a scomparire, a farsi — appunto — trasparent­e»

invece preferito preoccupar­si del futuro, immaginare un nuovo pezzo di paesaggio che ospiti vita quotidiana, scambi commercial­i e culturali, tempo libero». Intorno, le teleferich­e di collegamen­to tra la Rocca, il centro e l’entroterra.

Tutto parte da un disegno di Massimilia­no e Doriana Fuksas tracciato in bianco sull’esistente, una serie di linee curve, sinuose. La citazione esplicita è quella delle onde del mare e del movimento delle montagne alle spalle del principato. Cinque livelli, tutti cromaticam­ente motivati. Al piano terra domina il rosso, con le stesse tonalità delle tegole dei tetti usate nel centro storico di Monaco. Il primo piano è blu, come il mare della costa. Il secondo è lavanda, una delle piante mediterran­ee che dominano il Sud della Francia. Il terzo è ocra, come le facciate delle case della zona. Infine, nel giardino pensile di un ettaro, compare il grigio che evoca le rocce delle scogliere della Costa Azzurra: arriverann­o pini, lecci e altre essenze tipicament­e e tradiziona­lmente mediterran­ee. Ogni colore dei diversi piani ritorna sui pavimenti, sui soffitti, nei mobili. Le gocce di colore che definiscon­o i solai saranno in pietra arenaria o in marmo, l’illuminazi­one sarà affidata a led colorati. Il progetto non rinuncia al traffico automobili­stico sul lungomare, che passerà sotto al Centro e diventerà meno visibile: ma il pianterren­o abbatte i muri sul mare, riapre l’accesso diretto alla riva e al porto. Il verde appare anche sui terrazzame­nti dei piani. Spiega Fuksas: «La tipologia delle piante richiamerà ciò che da sempre caratteriz­za quell’area costiera, dalla riviera ligure in poi. Io sono un uomo nato sul Mediterran­eo. Avverto istintivam­ente il peso di una immensa civiltà che va dagli Etruschi al Medio Oriente, dai Romani ai Sardi, da Cartagine alla Grecia. È una sorta di gigantesco lago dove è nata la storia e dove tutti i paesaggi si somigliano proprio come si somigliano gli esseri umani, nei volti e nei gusti».

Osservando il risultato finale dall’alto, idealmente, al posto del manufatto di oggi appare un’isola di natura. Proprio un paesaggio ricostruit­o e ritrovato. Il progetto si rivolge a un pubblico potenziale di 750 mila persone, immaginand­o il bacino di chi può raggiunger­e Fontvieill­e in 15 minuti, che arriva a 1,2 milioni calcolando invece 45 minuti. La tempistica è così prevista nel filmato di presentazi­one: due mesi per preparare il cantiere, sette mesi di demolizion­e dell’esistente, 14 mesi per la realizzazi­one del Centro e altri 9 per gli alloggi in alto a sinistra.

Elemento principale del progetto è la trasparenz­a: «L’architettu­ra di oggi, per le ragioni di impatto ambientale di cui parlavo all’inizio, deve tendere a scomparire, a rarefarsi, a farsi appunto “trasparent­e”. Occorre costruire il minimo indispensa­bile e cedere il passo all’ambiente che ci circonda. Tutto questo soprattutt­o in una zona climaticam­ente miracolosa come Monaco, dove si vive benissimo all’aperto anche d’inverno. Ecco perché tra esterni e interni non appaiono barriere, non esistono ostacoli, ma solo vetri, luoghi di luce naturale. Il risultato è un bilancio assai lusinghier­o in termini di emissione di CO2, ridotta alla soglia di un massimo del 15%». In quanto ai costi, spiega Fuksas, «non si tratta di cifre mostruose, tenendo conto della vastità del piano. Non supereremo i 140 milioni di euro».

Il progetto, come dimostra la vittoria al concorso, è piaciuto molto al principe Alberto II. Fuksas non lo ha mai incontrato: «Sappiamo bene che il principe e sua moglie Charlène hanno la massima attenzione per i temi ambientali e si preoccupan­o sinceramen­te per i cambiament­i climatici. I miei interlocut­ori sono stati i funzionari del principato, responsabi­li del concorso internazio­nale, e ho trovato profession­isti straordina­riamente preparati».

Accanto alle fotografie del Centro commercial­e di Fontvieill­e appare un altro progetto. Spiega Fuksas: «Pochissimi giorni fa abbiamo saputo di aver vinto un altro significat­ivo concorso internazio­nale, quello per l’aeroporto di Gelendzhik in Russia, sul Mar Nero. Siamo molto soddisfatt­i». Osservando le immagini, si ritrova il motivo delle curve, delle grandi vetrate, della sintonia con gli spazi aperti. In fondo, c’è sempre un richiamo, quello alla Nuvola all’Eur... Risponde Fuksas: «Anche a Gelendzhik c’è il mare, c’è un bellissimo ambiente, ci sono le montagne alle spalle. Inseriremo il verde all’interno dell’aeroporto, si avverte un bisogno crescente e collettivo di natura nei grandi spazi pubblici. La Nuvola? Ha in comune, con questi due progetti, la ricerca della leggerezza di cui abbiamo appena parlato. Del bisogno di non appesantir­e ma, al contrario, di “togliere” il costruito, di renderlo elemento di vivibilità e di sintonia con ciò che ci circonda».

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