Corriere della Sera - La Lettura
Le nuove frontiere dei martiri
«Iddio mi è testimone che avrei piuttosto preferito giacere con i martiri della libertà nella polvere di questa amata terra e financo scendere nell’inferno della detenzione». Padre Paolo Dall’Oglio affida queste parole al suo blog il 19 giugno 2012. Il governo siriano gli ha notificato il decreto di espulsione. Scrive in arabo alla gente con cui ha condiviso gli ultimi trent’anni della sua vita: gli abitanti del Qalamum, la regione montuosa a nord di Damasco nella quale padre Paolo ha dato vita a inizio anni Ottanta alla comunità monastica di Deir Mar Musa. Il martirio gli pare preferibile all’esilio, soprattutto ora che la sua gente, i suoi giovani, sono impegnati in una lotta mortale per la libertà.
Con lo scoppio della primavera araba in Siria, nel marzo 2011, è cambiato tutto. Dopo trent’anni di ascolto, di imparzialità, è il tempo del sostegno ai rivoltosi e dell’impegno per una Siria libera, democratica e multiconfessionale: «Nei mesi scorsi sono stato costretto a mettere da parte la prudenza e la paura», scrive nel suo addio alla Siria, «perché vedevo all’orizzonte lo scoppio della guerra civile, le migliaia di morti e il deturpamento della bellezza della nostra nazione, quali sono le nostre giovani e i nostri giovani straordinari».
Dal giugno 2012, la base operativa dell’esiliato si stabilisce a Sulaymaniyah, nel Kurdistan iracheno. Un anno trascorre tra pause di meditazione e scatti d’azione. Sono numerosi i viaggi, anche i rientri clandestini in Siria, di cui scrive nell’ultimo libro con la giornalista francese Églantine Gabaix-Hialé, Collera e luce. Un prete nella rivoluzione siriana, uscito in prima versione francese dalle Éditions de l’Atelier nel maggio 2013 e dall’Editrice missionaria italiana nell’agosto successivo. Cresce l’autorevolezza di questo romano dal fisico imponente e dalla voce profonda, di cui s’impongono a siriani e curdi, iracheni e turchi, sunniti e sciiti l’amore per la terra adottiva, la fratellanza con i vicini, la devozione al popolo. A fine luglio 2013, padre Dall’Oglio è di nuovo in Siria, in una Raqqa occupata dai ribelli antigovernativi. Come in altre occasioni, si adopera per il rilascio di ostaggi, per la mediazione tra le forze in campo. Il 29 luglio 2013 deve incontrare i capi locali dell’Isis. Non si avranno più notizie di lui.
La vicenda di Paolo Dall’Oglio sintetizza tre