Corriere della Sera - La Lettura
C’è la nave greca più intatta 2 mila metri sotto il Mar Nero
Irelitti sottomarini sono la principale fonte di notizie sulle navi e sui commerci antichi, anche quando la corrosione, l’azione delle correnti, delle alghe e dei microorganismi hanno causato la scomparsa di molti pezzi. Da alcuni anni il team internazionale del Maritime Archaeology Project conduce ricerche nel Mar Nero impiegando una nave dotata di sistemi di rilevamento subacquei tra i più avanzati. Migliaia di foto ad alta risoluzione, ricostruzioni 3D e rilievi fotogrammetrici realizzati mediante veicoli a controllo remoto hanno portato alla scoperta di oltre 60 relitti, affondati durante più di 2 mila anni. La composizione chimica dell’acqua e la mancanza di ossigeno impediscono i processi all’origine del decadimento organico, quindi gli scafi e persino le cime e le decorazioni sono in ottimo stato di conservazione. Recentemente, a 2 mila metri di profondità, è stata trovata la nave intatta più antica scoperta sino a oggi. È un’imbarcazione mercantile lunga 23 metri che poteva avere da 15 a 25 persone di equipaggio, affondata 50 miglia al largo della costa bulgara. L’albero è ancora in posizione verticale, timoni, remi e banchi per i vogatori sono perfettamente integri. Le analisi al carbonio 14 hanno datato lo scafo circa 2.400 anni fa e gli archeologi sottolineano notevoli somiglianze con la nave di Ulisse riprodotta su un vaso attico del V secolo a.C. Forse era in navigazione tra la Grecia e una colonia greca sul Mar Nero quando fu, probabilmente, sorpresa da una tempesta. Future indagini sulle tecniche costruttive e il carico del relitto potranno offrire informazioni importanti sulla marineria e sui traffici commerciali degli antichi Greci.