Corriere della Sera - La Lettura

Il merito di Ferrante (e il meglio del 2018)

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La Pagella dell’Anno va a Elena Ferrante e al suo romanzo L’amica geniale che chiudono il 2018 ritornando in cima alla classifica dei bestseller, grazie anche alla bella (ma non più bella del romanzo) versione televisiva di RaiUno. Elena Ferrante è l’eccezione (clamorosa) alla regola: per una volta in Italia vince la meritocraz­ia. L’anno finisce in bellezza e ce n’era bisogno perché non è stata una grande annata di libri ( L’amica geniale risale al 2011). Però qualcosa di buono c’è stato anche nel 2018. Ecco un piccolo consuntivo dai libri letti per «La pagella» in questi ultimi dodici mesi. L’idea più suggestiva è di Donato Carrisi in L’uomo del labirinto, ed è l’invenzione che in Vaticano ci sia un archivio segretissi­mo dove vengono raccolti i peccati che i malvagi rivelano in confession­e. A pubblicarl­i ne verrebbe fuori un poema (dantesco). Il dialogo più divertente si trova in Sleeping Beauties di Stephen King e figlio. Un tipo va dallo psichiatra e gli dice che non vuole rinunciare alle sue ambizioni sessuali. «Che significa?», chiede il medico: «Vuole diventare vicepresid­ente del Sesso?». No, risponde il paziente: «Voglio darci dentro con una certa Miranda e mia moglie non vuole». La cosa più commovente è in Lui, io, noi, il libro in cui Dori Ghezzi ricorda Fabrizio De André. Ed è una citazione di Fernanda Pivano quando diceva che, la notte prima di morire, Ernest Hemingway cantò a lungo con la moglie Tutti mi chiamano bionda, ma bionda io non sono, la canzone che aveva imparato sul Piave al tempo di Addio alle armi. Il libro più alto letto per «La Pagella» 2018 è Il fondo della bottiglia di Georges Simenon, un western in forma di remake tex-mex della storia di Caino & Abele. La migliore recensione su come (non) va il mondo letterario è quella del critico Ostrovski, il personaggi­o di La scomparsa di Stephanie Mailer di Joël Dicker. Dice: «Il problema è che nella scala del rispetto riconosciu­to ai generi letterari, in cima c’è il romanzo incomprens­ibile, poi c’è il romanzo intellettu­ale, quindi il romanzo storico, dopo il romanzo generico, e solo in fondo, in penultima posizione, prima del romanzo rosa, c’è il poliziesco». Dove non conta tanto che il thriller sia penultimo, ma che «il romanzo incomprens­ibile» sia primo.

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