Corriere della Sera - La Lettura

Prevenire le emergenze ambientali Un corso all’Università di Modena

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La frana del Vajont (1963), le alluvioni del Polesine (1951), Firenze (1966) e quelle più recenti a Genova e in Calabria, il disastro di Stava (val di Fiemme, 1985), i terremoti che hanno colpito l’Aquila (2009), l’Emilia (2012), il centro Italia (2016 e 2017). La storia del nostro Paese non è indenne da calamità e disastri. Per prevenirli e gestirli, l’Università di Modena e Reggio Emilia ha creato EmTASK, un corso di perfeziona­mento in emergenze territoria­li, ambientali e sanitarie, con la partecipaz­ione attiva di partner come il comune di Modena, l’esercito, i vigili del fuoco, l’Agenzia per la sicurezza territoria­le e la Protezione civile. Il corso partirà a febbraio (la scadenza per candidarsi è il 10 gennaio e per farlo basta essere in possesso di un diploma superiore). Cinquanta i posti (dei quali 25 riservati al personale degli enti partner), con l’obiettivo di formare nella previsione, prevenzion­e e gestione delle emergenze territoria­li, ambientali e sanitarie. Tre gli indirizzi che si possono scegliere: scientific­o-tecnologic­o, medico-biologico-sanitario e giuridicoe­conomico-sociale. «Un approccio olistico, a 360 gradi», spiega il professor Mauro Soldati, direttore dell’EmTASK, sottolinea­ndo l’interdisci­plinarietà di un corso che coinvolger­à 7 dipartimen­ti. «Diversific­ati — continua Soldati — anche i background dei corsisti, molti già operativi profession­almente o come volontari. Il corso prevede giornate nei luoghi dove sono avvenuti disastri, e un tirocinio presso gli enti partner e altri centri di ricerca. Per imparare non solo a gestire le calamità ma anche come non arrivare all’emergenza».

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