Corriere della Sera - La Lettura
Fratelli di latte lunare
La raccolta di Maria Clelia Cardona
«Veglio con te/ gli ultimi minuti del millennio in coma/ scrivendo versi come in trincea»: comincia così il poemetto Il viso girato verso il muro, dedicato da Maria Clelia Cardona al congedo dalla madre, che si dirige oltre, altrove, «connivente ormai/ con i potentati di là».
C’è nell’intero libro di Cardona ( I giorni della merla, Moretti & Vitali) il sentimento di una fragilità creaturale, che accomuna gli umani agli altri esseri (gli animali, le piante). Tutto l’esistente trema, in un soffio che solo la parola poetica sembra poter esprimere. Ecco perciò che questa poesia sottomessa al senso della fugacità ritrova nei poeti amati (dai classici a lungo studiati fino ai moderni: si veda la bella postfazione di Marco Vitale) una fraternità e una simbiosi.
Il più fraterno di tutti è Leopardi, per cui l’autrice trova la definizione di «fratelli di latte lunare». Nella poesia a lui dedicata ecco ricomparire gli «ignoti potentati» e il nostro implorarli, conoscendo «la cima della vita, la precaria/ necessaria felicità». Non mancano accenni a un presente massificato, con la citazione a contrasto di Pasolini, e accenni a tragedie contemporanee (la bambina morta in un bombardamento): la parola, raffinata e insieme colloquiale, vuole di tutto essere partecipe, nutrita di una pietas che la fa tremolare e fiorire.