Corriere della Sera - La Lettura
Il liutaio che fa chitarre a due manici e il basso regalato alla star Patitucci
Fausto Fiorini, liutaio, ha cominciato a suonare da bimbo: chitarra, batteria. Poi è arrivato al basso e ha capito che quello era lo strumento. Il suo laboratorio di liuteria, a Parma, si chiama Jacoland, in omaggio a Jaco Pastorius. «Lavoravo il legno per passione e nel 2000 decisi di costruirmi un contrabbasso. A Cremona ho conosciuto persone che mi hanno instradato verso la liuteria classica: non ho frequentato una scuola ma ho fuso le esperienze di diversi liutai. Visto che da un pezzo d’acero ero riuscito a fare un manico, sono stato tentato di costruire un basso elettrico, mi sembrava molto più semplice». Dai bassi alle chitarre, acustiche ed elettriche, l’attività si è sviluppata. «Quando arriva un musicista che vuole una chitarra, posso fare qualsiasi cosa. Non esistono regole precise: il legno ha la sua vita, un’anima: respira, invecchia, si muove». È sempre una sfida: «L’ultima chitarra che ho realizzato per Flaco Biondini (che è nel gruppo di Francesco Guccini) si chiama Triade, è una doppio manico, acustica, classica ed elettrica da jazz, tutto in uno strumento. Per realizzarla ci ho messo 6 mesi e 300 ore di lavoro». Fiorini ha incontrato anche bassisti del calibro di John Patitucci e Marcus Miller. Con Patitucci ho trascorso una settimana: registrava nel Piacentino, andai a trovarlo in studio. Provò tutti i miei bassi, gli piacquero ed è stato onestissimo: ha un contratto con un marchio famoso e può suonare solo quel basso. Allora ho voluto regalargliene uno dei miei, semiacustico: lo tiene a casa. Poi mi ha mandato una mail di benedizione e ringraziamento».