Corriere della Sera - La Lettura
Hanoi anni Ottanta in foto e la Saigon d’oggi in noir
Per il Vietnam la fine della guerra del Vietnam, già oggetto del fluviale e «definitivo» documentario di Ken Burns e Lynn Novick ( The Vietnam War, ora su Netflix), non ha significato la pace. Perché la ricostruzione del Paese è stata durissima, i conti con l’ex regime del Sud hanno comportato tragedie immani per chi è rimasto e per chi è fuggito (dell’esodo parlano le opere di Viet Thanh Nguyen, premio Pulitzer, tradotte in Italia da Neri Pozza). Il Vietnam riunificato, infatti, nel dicembre 1978 invase la Cambogia di Pol Pot e dei suoi Khmer rossi (che, sostenuti dalla Cina, avevano provocato la morte di un milione 700 mila persone) e subito dopo venne attaccato dalla Cina (appunto per punire l’offensiva in Cambogia). Di come quella stagione di assestamento si manifestasse nella capitale e nelle campagne del Vietnam sono una testimonianza le fotografie che scattò John Ramsden. Allora diplomatico lavorò nell’ambasciata britannica ad Hanoi dal 1980 all’82 e il suo bianco e nero cattura mercati, volti, mezzi di trasporto decrepiti, la sopravvivenza quotidiana, i segni della guerra ( Hanoi After the War, Skira, pp. 155, £ 30). Sempre del Paese, ma di quello di oggi, parlano gli intrighi di La donna del Club 49.
Un noir in Vietnam di Patrick Holland, australiano tradotto da Giacomo Falconi (ObarraO, pp. 251,
e 15), ambientato a Ho Chi Minh City, metropoli che tutti tornano a chiamare Saigon.