Corriere della Sera - La Lettura

L’artista

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Mimmo Paladino è nato a Paduli, in provincia di Benevento, il 18 dicembre 1948. La prima formazione è nell’ambiente napoletano, ma importante è anche la visita nel 1964 alla Biennale di Venezia, dove scopre il pop americano. Del 1968 è la prima personale, presentata da Achille Bonito Oliva, il critico che include Paladino tra i nomi della Transavang­uardia. Dagli anni Settanta si trasferisc­e a Milano e viene consacrato nel 1980 dalla mostra Aperto ‘80 alla Biennale di Venezia: negli anni Ottanta porta le sue grandi tele in varie città d’Europa (è del 1987 la sua presenza alla rassegna Documenta di Kassel) e a New York. Dall’iniziale lavoro concettual­e approda a una ricerca personale tra i simboli e i miti, con nuove forme, tecniche e materiali. Densa la produzione negli anni Novanta: oltre all’opera pittorica, realizza sculture come Hortus conclusus (1992) e I dormienti (1998); inizia inoltre una produzione di installazi­oni urbane: tra le più celebri, Montagna di sale, a Napoli (1995-96) e poi a Milano; e Porta di Lampedusa, porta d’Europa, inaugurata a Lampedusa nel 2008 La mostra Mimmo Paladino Storyboard espone «frammenti», disegni, pagine di sceneggiat­ura e appunti dell’artista sul progetto in corso, il film (per ora intitolato Ho perso il cunto) che girerà nel 2019, 13 anni dopo il precedente, Quijote, del 2006. La mostra sarà aperta fino al 31 gennaio a CasaMadre, a Napoli (Palazzo Partanna, orari da martedì a sabato 10.30-19, domenica e lunedì chiuso, info@lacasamadr­e.it)

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