Corriere della Sera - La Lettura
Il colore del 2019 si chiama «Living coral»
È stato annunciato il 6 dicembre a Miami dall’azienda americana Pantone. Entrerà «in vigore» il 1° gennaio. Ecco la nuova tonalità: un po’ rosa e un po’ arancione
Come un tramonto alle Hawaii, da sogno. Caldo come una coperta. Giocoso, come un abito da cerimonia. Potente, come una squadra in Champions League. Agile come una bicicletta da corsa. Facile (molto più dell’Ultraviolet del 2018), come un rossetto che sta bene a tutte. Un po’ rétro, eppure così contemporaneo. Solido come la sabbia del deserto. Naturale come un fondale marino, vivido e in pericolo. Brillante e così fragile. Ecco il Living coral, colore del 2019 secondo l’azienda americana Pantone, una tinta tra il rosa (carico) e l’arancione con un toc- co dorato, cercato e individuato nei social network (Instagram, soprattutto), nelle strade di tutto il mondo, immaginato nelle conversazioni, nelle destinazioni di viaggio, su una poltrona, in una cover del telefonino. Perfetto per descrivere lo spirito del momento. Per spiegare quell’«innato bisogno di ottimismo e di ricerca della gioia» che caratterizza il sentire contemporaneo.
Tempi instabili: servono tinte decise, intense, naturali. Dal 2000 il Pantone Color Institute indica ogni anno il
colore che meglio interpreta la contemporaneità, che intercetta non tanto i gusti, ma le spinte che a quei gusti portano, e che in poche settimane è destinato a spuntare nelle case, negli armadi, negli arredi dei ristoranti, nelle sfilate, negli alberghi.
Servono dieci esperti — in arte, architettura, tecnologia, psicologia, antropologia, stili di vita — per individuare la nuance giusta, quella che naturalmente, senza sforzi, si insinuerà nelle nostre giornate. E dopo il viola (Ultraviolet) dell’anno scorso («evoca i misteri del cosmo, rappresenta un trampolino per andare oltre»), il verde Greenery («una nuova partenza») del 2017, i «tranquilli» Rose Quartz e Serenity (azzurro baby) del 2016, ecco il Living coral 16-1546 (il codice serve per indicare il punto esatto di tonalità, luminosità e saturazione), presentato dall’azienda del New Jersey come il colore che «ci abbraccia con calore, che ci dà conforto nel nostro mutevole mondo, costantemente minacciato».
Presente in natura, «ma anche nei social media», diffusore di buonumore, brioso, «incarna il nostro desiderio di positività». Spensierato e allo stesso tempo impegnato, per il suo importante messaggio ambientalista: «Ci ricorda — dicono gli esperti di Pantone — il ruolo fondamentale del corallo nel proteggere l’ecosistema marino, e quanto la sua bellezza sia a rischio». È un invito alla responsabilità: un monito diffuso da una grande azienda profit che lavora per l’industria del design, della moda, del make up (smalti in Living coral sono già in vendita). Leatrice Eiseman, direttore esecutivo del Pantone Color Institute, studi in psicologia, design ed economia, prova a spiegare le ragioni di una scelta: «Anche se per individuare il colore dell’anno facciamo indagini nei più svariati campi, quello che ci interessa è il messaggio di cui quel colore è portatore. Quindi, il primo passo per trovarlo è tenere occhi e orecchie bene aperti. E viaggiare». La ricerca comincia già a gennaio. I «cacciatori di colori» spulciano le collezioni dei marchi di moda, partono per Milano, Parigi, Londra: «Gli stilisti sono buoni indicatori» (e infatti nelle passerelle della primavera/estate 2019 un po’ di corallo si è già visto). I designer fanno la loro parte, soprattutto durante il Salone del Mobile di aprile. Anche gli artisti — emergenti compresi — possono fornire qualche indizio interessante: «Esaminiamo la loro tavolozza, verifichiamo i nomi ricorrenti nei musei, nelle gallerie, nelle mostre in giro per i continenti». Ovviamente esercita la sua forza da super influencer il mondo dell’intrattenimento. I film — tra i primissimi indizi, la locandina di Blade Runner 2049, uscito in Italia a fine 2017: il protagonista Ryan Gosling è avvolto da una luce «aranciata» — ma anche i videogiochi (guardate i capelli di Madeline in Celeste, premiatissimo videogame indipendente). Poi c’è tutto l’universo del digitale e dei social network: su Instagram servono colori decisi per emergere, per essere condivisi e seguiti, il corallo in questo è perfetto (non parliamo solo del contenuto, ma anche del contenitore: gli ultimi iPhone sono «vestiti» con questa tinta). Ancora. Il make up: pesca sulle guance, corallo sulle labbra; le pettinature (già visti capelli in Living coral, molto artifi- ciali nonostante il messaggio «naturalista»). Lo sport: a indicare la buona strada — rivela Eiseman — alcune biciclette da corsa entrate da pochi mesi sul mercato: ergonomiche, leggere, coloratissime, sui toni che vanno dall’albicocca al pesca; ma anche il successo di una squadra può influenzare toni e tavolozze (sarà un caso che la terza maglia del Barcellona sia in un improbabile rosa aranciato?), oppure un evento globale come i mondiali di calcio, di atletica, l’Olimpiade. Altro fattore decisivo: i viaggi, destinazioni particolarmente ambite o in auge: a ispirare le scelte di Pantone sono stati i Tropici, la fantastica Belize Barrier Reef, le Hawaii con i loro tramonti che si sciolgono nell’acqua: mete che rappresentano una fuga dai ritmi frenetici delle città, un inno alla natura incontaminata, il desiderio di un’altra vita. «Anche se non tutti possono permettersi viaggi del genere — continua Eiseman — è possibile scoprire (e sognare) questi luoghi semplicemente con un clic, cercando online destinazioni precise, informandosi su alcuni Paesi. Anche il cibo (alcuni funghi, scoperti di recente, che crescono sulla costa nord pacifica degli Usa, tutte le sfumature del sushi, zuccherosissimi macaron francesi) e le bevande (un cocktail a base di pompelmo rosa, un Bellini, uno champagne rosé) possono contribuire a scovare il colore dell’anno.
Gli stimoli sono migliaia: «L’aspetto più difficile del nostro lavoro — aggiunge Eiseman — è mettere insieme tutte queste informazioni, selezionarle, dare loro un senso e renderle credibili. La situazione socioeconomica del momento ci dà in parte la direzione, poi ci sono gli aspetti ambientali e sociali. Raccogliamo spunti e facciamo sintesi. In estate abbiamo già le idee chiare».
Living coral è stato annunciato il 6 dicembre a Miami (città perfettamente in tonalità corallo, pur senza «barriera», in cui arte, difesa del paesaggio e business spesso stringono alleanze). «In un mondo disumanizzato — ha dichiarato Laurie Pressman, vicepresidente di Pantone — cerchiamo colori che ci facciano sentire bene, con un po’ di giocosità e leggerezza». Emozionale e un po’ vintage — qualcuno direbbe da «nonna» — Living coral «è un grande abbraccio che attraversa età, generi, stili, che supera le crisi finanziarie, il caos politico, il disastro ambientale». L’equazione è dunque semplice: l’incertezza sociale si traduce in colori saturi, decisi, che si notino quando si posta una foto scattata con lo smartphone, di dare personalità a chi li sceglie, meno anonimi del nero, meno aggressivi del rosso, più ammiccanti del rosa (ma senza esagerare). E soprattutto in sintonia con le richieste dei consumatori «sempre più divisi tra interazione umana e digitale»: per loro «servono tonalità empatiche e conviviali». Un colore non salverà di certo il mondo, ma può essere etico, un invito a prendersi cura degli altri, del pianeta, di noi stessi. E a guardare il mondo con lenti rosate. «Al di là dei gusti personali — conclude Eiseman — per noi è importante che le nostre scelte scatenino un dialogo, siano motivo di discussione e condivisione. Parlare di colori non è assolutamente banale». Si può fare a tutti i livelli, citando Il diavolo ve
ste Prada o magari sorseggiando un cocktail corallo. O, infine, guardando un tramonto. Come quello — tra il violetto e il corallo — che compare nella locandina di
Bohemian Rhapsody. Uno dei film dell’anno.
Come un tramonto alle Hawaii: da sogno. Come un fondale marino: da proteggere. Così è stato scelto il colore del 2019. Perché «il Living coral ci abbraccia con calore in un tempo minacciato»