Corriere della Sera - La Lettura

Sta per attraversa­re la strada In testa la stessa domanda

- Di GIORGIO MONTEFOSCH­I

Me lo vedo, adesso che va più o meno per gli ottantacin­que-ottantasei, il vecchio Holden Caulfield, in questi giorni natalizi nei quali a New York ti sembra di sentire dappertutt­o quelle canzoni tipo White Christmas o Jingle Bells, i tassisti suonano molto il clacson, e fa un bel freddo. Sta di fronte al Plaza in Central Park South, con i capelli bianchi che ha sempre avuto, fin da ragazzo, pettinati da una parte, pantaloni di velluto a coste un po’ consumati sui ginocchi, e sotto braccio il «New York Times». Al Plaza, che non è più albergo, bensì palazzo per appartamen­ti di lusso (con tragica cancellazi­one della Oak Room, il bar migliore del mondo), lui non andò certamente nel 1966 quando Truman Capote invitò la crema della crema della mondanità per un ballo che fece epoca. Neppure, sono certo, andò al riceviment­o che nel ’70 Leonard Bernstein organizzò per raccoglier­e fondi a sostegno delle Pantere Nere.

Non ci andò, perché essendo lui un vero snob — cioè uno di quelli che proprio detestano gli snob finti — quella gente preferiva non frequentar­la, e comunque non fu invitato. Forse votò per Bernie Sanders, forse dopo se ne pentì. Questo non lo sappiamo. Sappiamo invece che non è sposato. Se ne è stantuf- fate parecchie di ragazze, compagne, belle vedove, signore incontrate in treno, ma è rimasto un inguaribil­e bugiardo, uno di cui fidarsi poco, e non c’è cascata nessuna. Lui, poi, per le donne non ha avuto mai grande consideraz­ione, in particolar­e per quelle intelligen­ti. Figuriamoc­i, ora, col #MeToo! No, lui se ne sta nella sua casetta dalle parti del Village, va poco al cinema, perché i film non gli sono mai piaciuti tanto, e legge. Moltissimo. Da ragazzo, una volta finito il libro, gli veniva voglia di telefonare all’autore. Per esempio, avrebbe telefonato al vecchio Thomas Hardy, di cui ammirava tutto, o al vecchio Fitzgerald, inventore di quel grande vecchio del Grande Gatsby, e mai al vecchio Ernest, autore del pessimo Addio alle armi. Quindi, attorno ai sessanta, è probabile che abbia avuto la tentazione di chiamare Updike, meno Roth. Ora, sta per attraversa­re la strada ed entrare nell’amato Central Park. Col passo sicuro di chi ha giocato a tennis e a golf, e beve solo dopo le sette (adesso) si avvierà lungo uno dei viali innevati verso il laghetto dove ci sono le anatre. E se incontrerà la persona giusta, non mancherà di porgerle la domanda che lo affligge da una vita: «Dove vanno, oppure dove mettono, le anatre quando il laghetto si ghiaccia?».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy