Corriere della Sera - La Lettura

Ogni tanto prendo il treno Gli porto cibo fatto in casa

- Di VALENTINA D’URBANO

Ogni tanto prendo il treno, vado a casa sua e gli porto da mangiare. Cose buone, fatte da me, non come i surgelati con cui si nutre di solito. Dice che con l’età che avanza non gli va più tanto di cucinare, ma quando mai ha avuto voglia? È sempre stato un po’ pigro, poi con la vecchiaia si sa, i difetti peggiorano e i pregi sembrano scomparire, vanno a nasconders­i nelle pieghe del passato come la polvere dentro una tenda. Una volta, a lui ci pensava Jane Gallagher. Era andata ad abitare vicino a lui, per puro caso, dopo anni che non si vedevano. Hanno vissuto gomito a gomito per quasi trent’anni. Poi Jane se n’è andata, si è trasferita col marito dall’altra parte dello Stato. C’aveva un marito Jane, certo. Lui invece non si è mai sposato. Dice che le donne gli piacciono, ma non così tanto da volerci dividere la casa per cinquant’anni, così come ha fatto il marito di Jane, o il mio. Comunque. Ormai non si muove più tanto. Esce poco, al massimo arriva fino al cancello della scuola, o al chiosco dei giornali. Dice che io sono più giovane e quindi tocca a me andare a trovarlo. Dice che ogni tanto mi immagina ancora come se avessi dieci anni, poi però vedermi davvero è una cosa che lo lascia secco perché pure io sono veramente vecchia, adesso sì che ha senso chiamarmi la vecchia Phoebe.

Di quel giorno di quasi 70 anni fa, di quando ci siamo fermati alla giostra, non abbiamo più parlato. Ma sono sicura che se ne ricorda, soprattutt­o per come è andata la vita dopo, soprattutt­o per come si sono stratifica­ti gli anni a seguire, la malattia e il polmone collassato, e l’invalidità e tutto quanto. Ancora adesso respira male, ma non s’è mai arreso. Ha fatto tutto quello che voleva fare.

Scendo dal treno alla fermata giusta e mi avvio a piedi. La casa è vicino alla scuola.

L’uomo che mi apre la porta è uno degli ultimi allievi di Holden, di quando insegnava inglese a Pencey. Il suo ex allievo abita qui vicino e viene a trovarlo spesso, ogni tanto gli dà una mano con il computer e con tutte quelle cose moderne che mio fratello si ostina a voler capire. So che fa lo scrittore, è pure abbastanza famoso e quando lo invitano in tv dice sempre che è merito di Holden se fa questo mestiere, però davvero, adesso non riesco a ricordarmi il nome.

«Phoebe». Mi sorride lo scrittore, che è giovane, e quindi ricorda bene tutti i nomi. «Il professor Caulfield la stava proprio aspettando».

Entro in casa. «Di’ al vecchio Holden che sono arrivata».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy