Corriere della Sera - La Lettura
Abramo si fa migrante e approda a New York
Il nuovo testo di Fausto Paravidino (sopra a sinistra con Tibor Ockenfels), La ballata di Johnny e Gill, esplora la Bibbia, sia l’episodio della Torre di Babele, quando Dio a detta di Paravidino — anche bravo interprete dai toni antinaturalistici in levare, battute che sembrano domande anche quando sono affermazioni — ha creato un’umanità che non riesce più a comunicare, sia la figura del patriarca Abramo, un uomo che in un mondo plurale stabilisce un rapporto personale con Dio che gli impone di migrare verso una terra che non conosce. Prende la moglie sottobraccio e parte, per arrivare clandestino a New York dove tenterà la fortuna. La ballata di Johnny e Gill cerca di superare le barriere delle lingue e dei linguaggi, usando tutte le forme di comunicazione non verbale, danza, maschere, pantomima, che si intrecciano alla parola, in italiano, in inglese e in francese, per raccontare la storia dell’uomo. Dall’8 al 20 gennaio al Teatro Gobetti di Torino (tel. 011.5169555; biglietti: da € 21 a 37). (magda poli)