Corriere della Sera - La Lettura
La tormenta feroce del Pireo non abbatte la speranza di Ikonomou
La povertà oggi, in società opulente che scoprono all’improvviso la fragilità dei pilastri su cui si reggono, lasciando ai margini — e nella disperazione – migliaia di persone totalmente impreparate ad affrontare l’emergenza del mettere insieme il pasto con la cena quando viene a mancare il lavoro e i «paracadute» del welfare si rivelano del tutto inadeguati ad attutire l’impatto della caduta. È dentro queste vite nella tormenta dell’incertezza e dal terrore di non avere un domani, fra padri che non riescono più a sfamare i figli, donne abbandonate e derubate dai compagni, uomini nel gorgo dell’alcol e giovani senza bussola, che il greco Christos Ikonomou ambienta — nei quartieri popolari del Pireo — i racconti radunati in questa splendida antologia ( Qualcosa capiterà, vedrai) pubblicata da Editori Internazionali Riuniti nel 2012 e nel 2016 da Elliot con l’ottima traduzione di Alberto Gabrieli. Storie brevi , potentissime, intagliate nell’angoscia che si insedia nell’animo dell’uomo quando gli vengono a mancare le certezze su cui ha costruito la propria identità prima ancora che la propria vita. Ma in cui non manca qua e là qualche raggio di luce gettato dalla speranza di potere ancora, oggi o domani, risalire la china, sterzare e ritrovare le passate certezze. Con una scrittura perennemente «in levare», nella quale struggenti accenti lirici screziano pagine di cupa disperazione, Ikonomou dipinge con efficacia il quadro della Grecia piagata dalla crisi dell’ultimo decennio, paradigma di una qualunque società del benessere che si trovi all’improvviso deprivata di quello stesso benessere: attonita, sgomenta, prostrata, anche se ancora capace, grazie alle sue risorse migliori, di ripartire.