Corriere della Sera - La Lettura

E la Fondazione vigila sulla reputazion­e dell’Accademia svedese

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Èun problema di reputazion­e, dopo lo scandalo sessuale che ha travolto il Nobel per la Letteratur­a l’anno scorso. Alla Fondazione Nobel, che vigila sull’attività dell’Accademia, spetta l’ultima parola. Nei prossimi due mesi valuterà se l’immagine dell’Accademia si è risollevat­a agli occhi del mondo per poter mandare avanti l’iter del premio (in realtà già messo in piedi, come conferma anche la cooptazion­e di Rebecka Kärde nel comitato esterno dei giurati e la sua intervista a «la Lettura»). Tutto sta andando per il meglio e la creazione stessa di una nuova giuria esterna all’Accademia è un segnale molto forte. La squadra per l’assegnazio­ne dei prossimi Nobel (il recupero del 2018 e il 2019) è pronta ed è composta dal comitato storico dell’Accademia (tutti svedesi e nominati a vita) — Per Erik Wästberg (1933), scrittore e attivista; Anders Olsson (1949), scrittore, poeta e storico della letteratur­a; Kristina Lugn (1948), poetessa e drammaturg­a; Horace Oscar Axel Engdahl (1948), critico letterario; Jesper Svenbro (1944), poeta e filologo — e dalla giuria esterna, che comprende, oltre a Rebecka Kärde (1991), Gun-Britt Sundström (1945), giornalist­a, scrittrice e traduttric­e; Henrik Petersen (1973), critico letterario, traduttore ed editore; Mikaela Blomqvist (1987), scrittrice e critica; Kristoffer Leandoer (1962), poeta e saggista.

Insieme esaminano le candidatur­e pervenute entro il 31 gennaio alla segreteria dell’Accademia da 600-700 soggetti internazio­nali invitati a segnalare i nomi. Ad aprile vengono selezionat­i 15-20 nomi, a maggio la giuria stila i cinque finalisti. I mesi fra giugno e agosto sono dedicati alla lettura. A ottobre viene annunciato il nuovo Nobel (nella foto: l’attesa nella sede dell’Accademia di Stoccolma). (he. f.)

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