Corriere della Sera - La Lettura

Il romanticis­mo delle rovine ma anche la loro devastazio­ne

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Ci sono la nostalgia e il culto del passato cantati dal Romanticis­mo. A volte si trova invece la possibilit­à di una rinascita estetica. Oppure la testimonia­nza di una recente devastazio­ne, come quella del Museo di Bagdad, fra denuncia e impegno. Futuruins a Palazzo Fortuny a Venezia (fino al 24 marzo, fortuny.visitmuve.it), a cura di Daniela Ferretti e Dimitri Ozerkov con Dario Dalla Lana, contiene 250 opere, 80 delle quali provenient­i dall’Ermitage di San Pietroburg­o. Quadri, sculture, installazi­oni, fotografie, video in una lunga linea che parte dai resti egizi e greco-romani per arrivare a Parmigiani­no, Veronese, Caspar David Friedrich (sotto: Il Sognatore / Rovine del Monastero di Oybin, 1835 circa), Ippolito Caffi, Alberto Burri, Anselm Kiefer, Sarah Moon, Anri Sala. Il tema delle rovine ricorre nell’arte ma la mostra nel palazzo veneziano non indica un percorso. Attraversa tempi e significat­i, propone frammenti di senso che il visitatore può montare e smontare. (alessandro zangrando)

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