Corriere della Sera - La Lettura
«Statue» in fil di ferro mosse dal vento
In una mostra retrospettiva organizzata in collaborazione con la Calder Foundation di New York, la Fundación Proa di Buenos Aires cerca in qualche modo di riassumere sei decenni di lavoro di Alexander Calder (1898-1976), uno degli artisti più amati del secolo scorso ( Alexander Calder. Teatro de encuentros, fino al 13 gennaio, proa.org). La curatrice, Sandra Antelo-Suárez, propone un percorso nitido, lineare e fondamentalmente cronologico che aiuta a visualizzare, senza interferenze, la febbrile ricerca che ha costantemente caratterizzato l’artista statunitense. Oltre alle sue famosissime mobiles, sculture di fil di ferro che si muovono al minimo spostamento d’aria e che devono il loro nome all’amico e sodale Marcel Duchamp, si va da Animal Sketching, un vero manuale per disegnare animali pubblicato nel 1926 (sopra: Untitled /Monkey, 1925) ai Critters, sorta di creature-silhouette realizzate nei primi anni Settanta, passando per disegni, giocattoli, gioielli e sculture «stabili». Il tutto nutrito dall’inesauribile impulso ludico dell’artista. (riccardo boglione)