Corriere della Sera - La Lettura
Patriottismo Usa: 23 (città) Clinton e 14 Monticello
Gli omaggi allo storico sindaco di New York e al presidente Thomas Jefferson I motivi di tanti multipli Clinton fu pioniere delle infrastrutture, Monticello era la residenza del padre della Dichiarazione d’indipendenza
Il primato appartiene a San José: è il nome di città che si ripete di più nel mondo. Soltanto in America Latina si possono trovare sedici località con questo nome, di cui tre a Panama, la lingua di terra che collega l’America centrale a quella meridionale. Due San José si trovano anche negli Stati Uniti. La più famosa è in California (si scrive San Jose, senza accento) e rappresenta il cuore economico e culturale della Silicon Valley. L’altra è a Porto Rico, a quasi trenta chilometri dalla capitale San Juan.
Se si osserva la classifica riportata nella visualizzazione dati di queste due pagine, più che i nomi di città che derivano dallo spagnolo — eredità delle conquiste coloniali dell’Impero di Spagna —, due in particolare accendono la curiosità: Clinton e Monticello. Negli Stati Uniti ci sono quattordici città chiamate Monticello, dallo Stato dell’Illinois al Mississippi, passando per l’Iowa e il Missouri fino ad arrivare allo Utah. Queste città devono il loro nome a uno dei padri fondatori d’America, Thomas Jefferson, la cui residenza in Virginia, a tre chilometri da Charlottesville, si chiamava proprio Monticello. Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti, fu il principale autore della Dichiarazione d’indipendenza del 4 luglio 1776, con la quale le tredici colonie si proclamarono Stati sovrani indipendenti dall’impero britannico (nato il 13 aprile 1743, Thomas Jefferson morì il 4 luglio 1826, esattamente cinquant’anni dopo quell’evento epocale).
Monticello, costruita tra il 1768 e il 1809, è uno degli esempi più raffinati dell’architettura neoclassica americana. È composta da trentacinque stanze divise su tre piani, dominata al centro da una cupola ottagonale, la prima struttura di questo genere costruita in Nord America. Ogni stanza della residenza ha una forma diversa. Monticello è stata inserita nel 1987 dall’Unesco nella lista dei luoghi Patrimonio dell’umanità e oggi è un museo visitato da oltre 400 mila persone all’anno.
Monticello, in Minnesota, è la città
più popolosa degli Stati Uniti con questo nome. Nel censimento del 2010 contava 12.759 abitanti, di cui 3.164 famiglie. Il 92 per cento della popolazione è bianca mentre le restanti etnie sono divise tra afroamericani, indigeni, asiatici e gruppi di origine ispanica. La prima mappa di questa cittadina venne realizzata nel 1854. Il primo ufficio postale, tuttora attivo, venne costruito nel 1855. Uno degli eventi più rilevanti della storia recente di Monticello, Minnesota, risale al 3 maggio 2006, quando la scuola media locale andò a fuoco, causando la chiusura temporanea del complesso. Studenti di medie e liceo dovettero condividere le aule dell’istituto superiore a giorni alterni fino al termine dell’anno scolastico.
Thomas Jefferson riempì la sua residenza di dispositivi originali e ingegnosi: appeso al soffitto dell’entrata est di Monticello si trova un orologio a due facce, da lui concepito, visibile sia dall’interno che dall’esterno. Il camino di una delle sale nasconde un montacarichi che connette il piano superiore con una cantina dove veniva conservato il vino. Franklin Delano Roosevelt, assiduo visitatore di Monticello durante la sua presidenza (1933-1945), disse che quel luogo «era l’espressione della personalità del suo creatore», che si manifestava «nell’arredamento che lui stesso realizzò a partire dai suoi disegni. In quelle stanze parlano i dettagli e, più di ogni altra cosa, il genio creativo».
Tra le città che condividono il nome negli Stati Uniti c’è anche Clinton. Alcune di queste — in totale sono ventitré — hanno una storia che vale la pena raccontare. A Camp Clinton, nell’omonima città del Mississippi, durante la Seconda guerra mondiale furono rinchiusi tremila prigionieri di
guerra italiani e tedeschi, molti dei quali facevano parte degli Afrikakorps, unità dell’esercito nazista che venne inviata in Libia nel febbraio 1941 per sostenere le forze italiane contro le armate britanniche. I prigionieri di Camp Clinton lavorarono per la maggior parte alla costruzione di infrastrutture. Nel libro Prisoners of War: A
Reference Handbook dello storico Arnold Krammer (2007), si fa riferimento alla quotidianità dei prigionieri di guerra del Mississippi. Un «menu» del campo di lavoro, riportato fedelmente dall’autore, prevedeva per colazione corn flakes, pane o dolciumi, marmellata, caffè, latte, zucchero; per pranzo: insalata di patate, maiale al forno, carote, acqua fresca; per cena: polpettone, uova sode o strapazzate, caffè, latte e pane. «La maggior parte dei prigionieri — spiega Krammer nel volume — era sollevata dal fatto di tro- varsi sana e salva in mano nemica». Gli ufficiali di alto rango prigionieri a Camp Clinton erano addirittura dei privilegiati: ognuno di loro aveva un aiutante, un salario e cibo di migliore qualità rispetto agli altri.
Clinton è la decima città del Mississippi, con una popolazione di 25.216 abitanti secondo il censimento del 2010. Fondata nel 1823, era conosciuta all’inizio come Mount Salus (Monte della Salute). Il motto della città è You
Belong Here, «tu appartieni a questo luogo». Nel 1828 venne ribattezzata Clinton in onore di DeWitt Clinton (1769-1828), ex governatore e sindaco di New York. Un dettaglio che la accomuna a l l ’o monima c i t t a di na de l - l’Iowa, nel Midwest. Elijah Buell fu tra i primi coloni che si stabilirono nell’area in cui sarebbe sorta la moderna Clinton dell’Iowa: in quei luoghi disabitati costruì una capanna di legno nel 1835. La contea di Clinton fu riconosciuta ufficialmente cinque anni dopo, nel 1840. Oggi la città ha 26.885 a b i t a n t i . S e mp r e i n me mo r i a d i DeWitt Clinton, un pioniere nell’ambito della progettazione di infrastrutture, venne battezzata anche la città di Clinton, in Louisiana, parte dell’area metropolitana di Baton Rouge.
Clinton e Monticello rappresentano una piccola parte, anche se molto significativa, della cultura e dello spirito americano: i loro nomi sono un omaggio patriottico alle personalità che hanno fatto la storia del Paese.