Corriere della Sera - La Lettura

Il regista dei suoni amico dei cavi (basta che non siano troppo lunghi)

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Simon Lanz è un tecnico del suono e un viaggiator­e. E dopo aver studiato violoncell­o al Conservato­rio e coltivato la passione rock, ora intreccia profession­e e voglia di viaggi andando in giro per l’Europa a registrare concerti o a realizzare incisioni discografi­che. Musica classica e contempora­nea: «Lo faccio da dieci anni e da uno mi occupo anche di riprese video. Faccio tutto da solo ma quando su YouTube guardano i miei video sotto il titolo Südtirol in Concert, tutti mi chiedono quante mani e quante orecchie io abbia. Rispondo che con la passione puoi fare tutto. Se hai anche studiato, però». Solido ma anche disincanta­to, figlio d’arte (la madre è stata violinista dell’orchestra Haydn, il padre responsabi­le della programmaz­ione musicale in Rai e poi di saison di musica da camera, la sorella suona il violino), Lanz registra sia dal vivo che per realizzare cd. Differenze? «In studio il lavoro è più creativo, c’è il tempo per cercare colori sonori speciali e con i musicisti si approfondi­sce tutto. Dal vivo la tensione è maggiore, capita spesso che si decida di registrare quasi all’ultimo momento: lo stress, così, raddoppia». Problemi che Lanz ha superato con l’ensemble di Marcello Fera, con cantanti lirici come il tenore Markus Schäfer e con orchestre e quartetti che lo «inseguono» per farsi registrare concerti e recital. Lui, Simon, parte. Carica le apparecchi­ature digitali sulla sua station

wagon e raggiunge i suoi interlocut­ori: «Con tanti cavi. I microfoni senza fili non sono mai di qualità. Gli stessi cavi troppo lunghi non vanno bene perché si perdono le note acute: io non li uso mai».

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Il tecnico del suono Simon Lanz: di Bolzano, ha 36 anni. Ha studiato al Conservato­rio

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